Macchie di colore prendono corpo e trovano collocazione in particolari strutture in Laminam che simulano la complessità e la ricchezza delle vedute dalle finestre delle nostre case cittadine.
Sprazzi di visioni urbane si aprono su pareti “bucate da finestre, finestre da cui guardare altre città o le stesse modificate da progetti o meglio da ombre, macchie, immagini sognate di progetti invisibili”, spiega Scacchetti. “Un gioco per presentare una serie di acquerelli, di schizzi iniziali o postumi di architetture realizzate o no, un po’ ovunque, ma che portano in sé, in grembo, anche e sempre un po’ di Milano. Ma anche un modo per ribadire che l’architettura altro non è che quello che vediamo da una finestra qualsiasi delle nostre case, anche la più normale e scontata o brutta. L’architettura di una città è quella che pezzo dopo pezzo costruisce quell’ immagine quotidiana, normale e ricorrente che ritroviamo al nostro risveglio”.