L’abitazione dei due reali è legata a un capitolo molto controverso della storia della famiglia, di cui i reali non parlano quasi mai.
Il Palazzo di Kensington, situato nel cuore di Londra, è da secoli una delle residenze più iconiche della monarchia britannica. Oggi, è la dimora ufficiale del Principe William e della sua famiglia, un simbolo di potere e tradizione. Dietro le sue imponenti mura, però, si cela una storia oscura e scomoda che ha recentemente visto la luce grazie a nuove ricerche.
Questa rivelazione riaccende pesanti ombre sul passato della Famiglia Reale, che è tutt’ora legata al suo complesso passato. I membri della casata cercano di tenere questa storia il più lontano possibile dai riflettori, ma le notizie più emerse dagli ultimi studi hanno profondamente scosso l’opinione pubblica.
L’oscuro segreto del Palazzo di Kensington: un passato di soprusi e ingiustizie
Le recenti indagini hanno rivelato che il Palazzo di Kensington, attuale residenza del Principe William, ha legami diretti con la Royal African Company, una compagnia di schiavismo attiva tra il XVII e il XVIII secolo. Questo legame risale al regno di Guglielmo III, che fu uno dei principali beneficiari delle azioni di questa compagnia, trasferitegli dal noto mercante di schiavi Edward Colston.
Oltre a possedere una grande fetta di azioni della Royal African Company, Guglielmo III utilizzò parte dei proventi di questo oscuro business per acquistare il terreno su cui fu costruito il Palazzo di Kensington. L’architetto Sir Christopher Wren fu incaricato di trasformare il sito in una residenza regale. Quello che oggi è un simbolo di prestigio e autorità, porta con sé il peso di un passato intriso di sofferenza e sfruttamento umano.
La Royal African Company, sostenuta da un monopolio reale, catturava, schiavizzava e trasportava persone dall’Africa alle Americhe. Nei suoi sessant’anni di attività, la compagnia ha trasportato circa 186.827 schiavi, tra cui quasi 24.000 bambini. Diversi studi, come quello condotto della storica Dr. Brooke Newman, hanno portato alla luce documenti che confermano il trasferimento di azioni della compagnia a Guglielmo III nel 1689.
Per quanto riguarda gli attuali membri della casa reale, però, ci sono per fortuna anche delle buone notizie. Di fronte a queste rivelazioni, la Famiglia Reale, per la prima volta, ha accettato di aprire le porte del palazzo per approfondire la ricerca sui propri legami storici con il commercio di schiavi.
Re Carlo ha espresso profonda preoccupazione per queste scoperte e ha promesso di sostenere le indagini storiche in corso, offrendo accesso ai documenti e agli archivi reali. Il progetto di ricerca, che dovrebbe concludersi nel 2026 e vede coinvolta anche l’Università di Manchester, mira a esplorare in profondità il coinvolgimento della monarchia nel commercio di schiavi.