Continua l’avanzata della Direttiva Case Green, al momento nessun ripensamento da parte dell’Unione Europea. Vediamo cosa significherà per gli italiani.
Vi proponiamo una guida alla nuova Direttiva che sta terrorizzando i cittadini consapevoli di dover spendere migliaia di euro.
L’Unione Europea ha due obiettivi da perseguire. Ridurre drasticamente le emissioni di gas ad effetto serra e diminuire il consumo di energia già tra sette anni. Un intento lodevole ma che probabilmente si dovrebbe raggiungere – almeno inizialmente – in un modo differente rispetto al chiedere alle famiglie di pagare 50 mila euro di lavori di ristrutturazione.
Con la Direttiva Case Green si intende rendere il settore edile climaticamente neutrale entro il 2050. Zero emissioni, dunque, per salvare il pianeta e tutelare la salute delle persone ma a quale prezzo? Un costo altissimo considerando che l’Italia non brilla di certo per la sostenibilità edile. La maggior parte degli immobili hanno una classe G o inferiore mentre l’UE chiede di raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033 (per gli edifici residenziali). Le deroghe sono poche, milioni di edifici saranno coinvolti nel cambiamento.
Tutto sulla Direttiva Case Green che terrorizza le famiglie italiane
Salti tra classi energetiche per raggiungere la classe E nel 2030 e la D nel 2033. Solamente il 15% degli edifici restanti potrà restare nella classe G.
Sono esenti dalla ristrutturazione con riqualificazione energetica le unità abitative unifamiliari più piccole di 50 metri quadrati, le seconde case se abitate meno di quattro mesi all’anno, le chiese ed edifici di culto, gli immobili presenti nei centri storici. Altre deroghe riguardano gli edifici delle Forze Armate, del Governo per la difesa nazionale e gli immobili vincolati dai Beni Culturali.
L’UE ha stabilito, poi, che ogni Stato membro può apportare modifiche ai requisiti per alcuni immobili – edifici industriali, di culto, fabbricati indipendenti, immobili temporanei, stazioni di approvvigionamento, unità residenziali con consumo annuale inferiore del 25%.
Considerando deroghe e libertà decisionale, rientrano tra gli edifici da ristrutturare 1,8 milioni di immobili. La spesa totale sarà di 60 miliardi di euro in dieci anni per:
- nuovi immobili pubblici a zero emissioni entro il 2026,
- immobili pubblici e residenziali di classe E/F con adeguamento entro il 2027,
- edifici residenziali di nuova costruzione entro il 2028,
- immobili pubblici e residenziali di classe D/E entro il 2030,
- le unità residenziali di classe E entro il 2030,
- le residenza con classe energetica D entro il 2033,
- le abitazioni in fase di ristrutturazione con tecnologie solari entro il 2032.
Cappotto termico, installazione pannelli solari, sostituzione caldaia e infissi costeranno 50/60 mila euro agli italiani.