La convocazione dell’assemblea condominiale arriva su WhatsApp, è lecita? La risposta arriva dalla Legge

Inviare la convocazione dell’assemblea condominiale su WhatsApp può accelerare i tempi dell’operazione ma la pratica è legale?

Chi abita in un condominio riceverà minimo una volta all’anno la convocazione per partecipare all’assemblea condominiale. Un incubo per chi vive in palazzi con inquilini problematici o con tantissimi appartamenti e, dunque, teste a cui dare retta. Come può arrivare questa convocazione?

Durante l’assemblea condominiale si prendono decisioni rilevanti per la vita nel condominio. A convocarla l’amministratore una volta all’anno oppure più volte qualora ci fossero questioni importanti di cui discutere. Nello specifico, l’assemblea condominiale straordinaria può essere convocata per le materie che esulano dalla competenza dell’assemblea ordinaria, se l’amministratore dovesse ritenerlo necessario o quando la richiedono minimo due condomini che rappresentano un sesto del valore dell’edificio.

Se alla richiesta non ci sarà seguito, quei due stessi condomini potranno procedere direttamente con la convocazione trascorsi dieci giorni. Ma come si invia la convocazione? Chiariamo subito che non è legittimo procedere tramite messaggio su WhatsApp. Tale modalità, infatti, non combacia con le indicazioni fornite dal Codice Civile. Vediamo, allora, quali sono i mezzi considerati leciti.

I modi legali per convocare l’assemblea condominiale

Le regole da seguire quando si parla di convocazione dell’assemblea condominiale sono quelle indicate nell’articolo 66 delle Disposizioni di Attuazione del Codice Civile. L’amministratore o i due condomini potranno procedere unicamente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, Posta Elettronica Certificata (PEC), fax oppure consegnando a mano la convocazione con ricevuta di conferma. Solo queste modalità, infatti, sono comprovabili e documentabili e richiedono la conferma di ricezione dei condomini.

Mani di persone
I modi legali per convocare l’assemblea condominiale (Designmag.it)

Ecco perché l’uso di strumenti come WhatsApp non è lecito. Nonostante la praticità di utilizzo dell’applicazione di messaggistica istantanea, questa non può garantire che il destinatario abbia letto con il messaggio con certezza. Lo ha stabilito la sentenza numero 1705/2024 del Tribunale di Avellino e la sentenza 1734/2024 del Tribunale di Monza. Una deroga alle modalità previste dalla Legge dovrebbe essere prevista dal regolamento condominiale e accettata all’unanimità. WhatsApp, inoltre, non permette di avere la sicurezza sull’effettivo inoltro, ricezione e lettura del messaggio contenente la convocazione.

L’app potrebbe essere usata solo per informare che verrà inviata comunicazione formale di convocazione dell’assemblea condominiale ma niente di più. Stesso discorso per le semplici email. Non potendo avere certezza di ricezione o lettura (nonostante la possibilità di utilizzare l’opzione di conferma di lettura) questo strumento non è ammesso dalla Legge. Attenzione, infine, anche al contenuto della convocazione. Dovranno essere indicati con chiarezza data, luogo e orario dell’assemblea nonché l’ordine del giorno.

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