La banca non lo dice ma potresti avere 2.000 euro di rimborso sulle rate del mutuo: controlla subito (designmag.it)
Con la Legge di Bilancio 2024, è stato introdotto un importante vantaggio per numerosi cittadini che potranno contare nel 2025 su un rimborso sulle rare de mutuo che può arrivare fino a 2.000 euro. Si tratta di una misura economica pensata come sostegno per i cittadini con un mutuo in corso.
Un aiuto non indifferente se si pensa a tutte le problematiche relative all’aumento del costo della vita. Sempre più persone faticano ad arrivare alla fine del mese e sono in tanti a rischiare di non poter pagare la rata del muto. Poter contare su un rimborso è quindi fondamentale per gestire al meglio il proprio bilancio personale.
Il rimborso sulle rate del mutuo è una misura economica pensata per i lavoratori dipendenti. Il rimborso fino a 2.000 euro potrà essere richiesto solo su una parte della rata. Questo si applica infatti esclusivamente sugli interessi passivi pagati per il mutuo sulla prima casa.
Questa novità è legata ai fringe benefit, ovvero quei beni e servizi che i datori di lavoro possono decidere di erogare ai propri dipendenti senza che siano soggetti a tassazione (almeno fino a una certa soglia). Fino al 2023, questa soglia era fissata a 258,23 euro annui, ma con l’innalzamento introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, la soglia è stata elevata a 1.000 euro per tutti i dipendenti e a 2.000 euro per chi ha figli a carico.
Dunque, i lavoratori con figli vedranno una parte dei costi sostenuti per gli interessi del mutuo può essere rimborsata senza che ciò comporti un carico fiscale aggiuntivo. Va detto tuttavia, che questo rimborso non è un obbligo per il datore di lavoro. Si tratta di una scelta discrezionale dell’azienda che può decidere se erogare o meno questo benefit come di una politica aziendale di welfare.
Va detto poi che non è necessario che il mutuo sia intestato direttamente al lavoratore, ma basta che l’immobile su cui grava il mutuo sia l’abitazione principale del dipendente. Anche se il mutuo è intestato a un coniuge o a un altro familiare, il beneficio può essere concesso, sempre che la casa sia la residenza principale.
Il datore di lavoro può decidere di erogare il rimborso in due modalità : può versare direttamente gli interessi passivi alla banca o, in alternativa, rimborsare al dipendente le somme che quest’ultimo ha già pagato. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in caso di pagamento degli interessi da parte di un familiare, è possibile comunque usufruire del rimborso, purché l’immobile sia la residenza principale del lavoratore.
Per ottenere il rimborso, il dipendente dovrà firmare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà , attestando che le somme ricevute non sono state già rimborsate da altri datori di lavoro. Inoltre, va sottolineato che questo rimborso non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali.