[galleria id=”4021″]Massimo Lunardon è uno dei designer più vicini all’espressione artistica nell’universo del vetro. Un universo che ha saputo coltivare, appartato dalle dinamiche e dal mondo muranese, anche se a pochi chilometri ma pur sempre in un luogo tutto suo e che ha sempre desiderato condividere con il fine di ampliare l’ecletticità della sperimentazione, grazie ad un via vai di idee, talenti e proposte.
Dopo vari anni di esperienza in bottega, inizia un percorso artistico nel 1988, sollecitato dalle diverse attività, svoltesi anche in studi artistici e dall’incontro con designer e architetti. Sempre pronto, ad approvare altre prospettive e a viverle come l’occasione, per non fermarsi ai soliti canoni uniformanti.
L’incontro quindi, con molteplici personalità e con questi, la scoperta di nuovi materiali, hanno alimentato una curiosità innata, stimolandolo sempre di più a varcare gli apparenti confini, e a condurre le capacità plastiche del vetro oltre ogni aspettativa, associandolo a chiodi, posate, guaine e quanto di più inimmaginabile e curioso potesse trovare.
Una dimensione tutta sua e che ama definire come una sorta di giardino o di gabbia, del materiale più versatile e al contempo vulnerabile, quale il vetro, cogliendo e approvando con temerarietà, le infinite possibilità della materia e della sua intelligenza.
Questo approccio inconsueto, ha certamente incuriosito ed avvicinato molte aziende, e lui, il designer, il laboratorio vivente di idee, con la voglia di tentare e lasciandosi condurre pur dominando forme e curve, ha sempre accolto le sfide come un’irresistibile forza, dimostrando che ciò che fino a ieri appariva un limite, la sfida ha fatto si che divenisse scoperta e creazione.
Il suo spazio “immaginativo”, si é avvallato inoltre di moltissimi collaboratori creativi, in essere e in divenire, come architetti, artisti o designer ma anche studenti, dimostrando l’ampiezza delle sue vedute.
Designer come Aldo Cibic, Michele De Lucchi, Ron Arad, Marc Newson, Javier Mariscal, Massimo Giacon, Martino Gamper, Takahide Sano e molti altri, hanno attraversato il suo universo, incrociando sprazzi di idee, coltivando il pensiero e generando, insieme a lui nuove creature.
Uno dei punti focali di Massimo Lunardon è certamente l’illuminazione, e come poteva non piacergli la luce? Un settore che è alla base del suo laboratorio sperimentale, un laboratorio, divenuto a tutti gli effetti una vera e propria azienda produttrice.
Disegna, progetta e produce vetri luminosi per i più importanti brands del settore e realizza spesso installazioni luminose per alberghi, negozi ed eventi prestigiosi.
Ci rende partecipi del suo tocco personale ed intimista, che riguarda solo lui e che forse racconta molto della sua personalità, che lo ha reso famoso anche attraverso la rinomata collezione di bicchieri e brocche dai nomi espliciti e le cui figure rispecchiano degnamente l’universo marino come i calici Pesce Palla – Polipo – Pesce Rosso o Pesce Tropicale.
Ci sono anche il Topo, l’Elefante, il Riccio e la Lumaca, oppure il Topo porta formaggio… Una collezione “fantastica” che rende giustizia al mondo animale e marino, riportandoci ad una vita più ironica e meno formale, ma soprattutto che ricorda le fiabe, o meglio che ben rappresenta la visionarietà di Massimo Lunardon.
In occasione del Fuori Salone 2011, bellissima la presentazione di una collezione nuova che propone forme e un approccio alla trasparenza, molto diverso da quello precedentemente applicato e che si chiama “ML Blowlightin”, in una piccola galleria di Largo Treves, nulla di opulento o che vuole sbalordire, ma una presentazione intimista, che aggiunge poesia alla poesia e che lui stesso definisce come una linea che prende forma da un insieme di visioni personali ed estemporanee.
Scatti visivi, raccolti durante i suoi numerosi viaggi, ognuno dei quali si è allontanato dal contesto reale diventando una visione.
Gli oggetti sono i protagonisti di un mondo nuovo, dove la realtà si è emancipata dall’idea comune di perfezione formale: emerge un lirismo estetico, che ci avvicina sempre di più a Massimo Lunardon uomo e al suo “bagaglio” interiore.