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Kengo Kuma realizza un caffè che è un padiglione di vetro e legno

[galleria id=”4735″]L’archistar giapponese Kengo Kuma, con studio a Tokyo realizza il ‘caffè Kureon’ a Toyama. Si tratta di un padiglione circondato da un un prato, un ristorante di 197 mq di superfice sembra galleggiare sul suolo. La sala da pranzo è contenuta all’interno di una scatola di vetro chiusa e l’esterno è avvolto con lunghezze di incastro di legno. Secondo il modello dell’architettura tradizionale giapponese, senza alcuna connessione a mezzo di viti o chiodi, gli elementi lignei vengono posti gli uni sopra gli altri, costruendo una catasta che risulta essere semitrasparente. Ne risulta un progetto leggero, che più che di legno, si costituisce di materiali ‘immateriali’ come lo sono il vetro e la luce. Di sera, questo ristorante sembra una lanterna accesa, calda e accogliente.

Il soffitto è prefabbricato, fatto di una lamiera grecata che contiene tutta la coibentazione del caso.
 
Un’architettura quasi effimera cui Kuma ci ha abituato, queste le sue parole in merito ad una progettazione ideale: ‘Per quanto riguarda la mia architettura non ho l’esigenza di fare l’opera unica, lavoro piuttosto, pensando che, possa sparire; anche se non arrivo a cancellare completamente l’architettura, ritengo che un atteggiamento che rispetti la morbidezza, l’uomo, l’ambiente e la natura, abbia comunque esiti differenti.’
 
Kuma nasce a Yokohama nel 1954, si è laureato all’università di Tokyo nel 1979. Nel 1987, dopo essere stato Visiting Scholar presso la Columbia University di New York, fonda lo “Spatial Design studio” (ora denominato Kengo Kuma & Associates) dedivandosi, tra l’altro alla rivisitazione delle tecniche e ai materiali dell’architettura tradizionale giapponese.

Sergio Romeo

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