Si chiama Work in project lo stand Kartell al Salone del Mobile 2012 ed è popolato da nomi del design come Philippe Starck e Patricia Urquiola e anche dalla star del rock Lenny Kravitz. E’ lo spazio di un’azienda nata per stupire, che si contraddistingue per la creatività supportata da una profonda e importantissima cultura del progetto industriale. L’architetto Ferruccio Laviani, direttore artistico di Kartell, ha ideato uno spazio assolutamente neutro, dal mood architettonico e museale, per dare spazio a ciascun progetto e di ciascun progettista. Uno stand in cui i protagonisti assoluti sono i prodotti, raccontati attraverso le fasi della loro genesi creativa: dal design ai prototipi, fino all’industrializzazione. Solo e nient’altro che progetti, per far comprendere ai visitatori l’importanza dell’azienda e della sua forte identità industriale, della sua storicità nel mondo del design e dello sforzo per rinnovare ogni anno il linguaggio del design contemporaneo. E’ stato scelto di utilizzare un allestimento diametralmente opposto a quello utilizzato l’anno scorso, in cui Laviani si ispirava alle luci del circo e alle scene oniriche dei film di Fellini.
I designer in scena
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L’allestimento si visita lungo un percorso circolare in cui la collezione 2012 di Kartell, che porta la firma di importanti designer internazionali come Philippe Starck, Piero Lissoni, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka, Mario Bellini, Ferruccio Laviani, Eugeni Quitllet, Rodolfo Dordoni. Si tratta di un’esposizione in cui le opere vengono sviscerate attraverso schizzi, prototipi e interviste ai designer, per rendere ancora più coinvolgente questa nuova collezione.”Lo stand 2012 è la celebrazione dei nuovi progetti Kartell e dei modi in cui il brand sviluppa, grazie alle nuove tecnologie, idee innovative nel mondo dell’arredo”, afferma Ferruccio Laviani. “E’ anche un modo, dopo l’esposizione della scorsa edizione, di far capire come l’azienda Kartell possa essere letta in molteplici sfaccettature: da quella ironica dell’anno precedente a quella tecnologica e innovativa di quest’anno”.
La collezione Kartell 2012
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La collezione delle numerose novità Kartell 2012 mira a rinforzare il core business e allo stesso tempo ad allargare le funzioni, ampliando così il catalogo grazie un’ampia gamma di prodotti che spazia dalle sedute ai divani, da tavoli e tavolini all’outdoor, fino ai complementi e all’oggettistica. Tutto questo sempre mantenendo al top la qualità del materiale plastico e del processo di industrializzazione, da sempre punti di forza del brand. In esposizione nello stand, un elevato numero di progetti inediti: pezzi importanti come una serie di nuovi tavolini di Philippe Starck chiamati Ice e Archive, la poltrona trasparente Silk di Eugeni Quitllet, il tavolo Oui di Ferruccio Laviani, O/K, la collezione di arredi 100% outdoor disegnati da Rodolfo Dordoni, gli specchi Only Me di Starck. Ancora, in esposizione ci sarà una vasta selezione di pezzi di piccole dimensioni, come i candelabri Abbracciaio e Finally Alone, ancora di Starck, la serie di contenitori Jelly di Patricia Urquiola, il vaso Shanghai di Mario Bellini, la lampada da tavolo Light-Air di Eugeni Quitllet e lo sgabello Masters che si rifà alla sedia best-seller disegnata da Starck e Quitllet.
Lenny Kravitz e Philippe Starck al Fuori Salone
Se il Salone del Mobile presenta quest’anno la parte più concettuale, razionale, progettuale dell’azienda, l’evento ideato per il Fuori Salone racconta l’anima giocosa, ironica e glamour di Kartell. Mettendo insieme un’icona del rock, un’icona del design e un’icona del mondo industriale, il flagship store milanese si trasforma in un palcoscenico nell’evento Kartell goes rock! con Lenny Karvitz e Philippe Starck. La superstar americana, insieme al suo Kravitz Design Team, ha creato in esclusiva per Kartell, una collezione di sei poltroncine Mademoiselle del designer francese Philippe Starck. Le poltroncine sono state reinterpretate e rivestite di materiali scelti di comune accordo col designer: una combinazione di pitone, pelliccia, cuoio e trame intrecciate, per un risultato finale che rispecchia lo spirito wild del musicista.