Chi ha una casa in affitto sa che ogni anno il canone di locazione va aggiornato in relazione al tasso di inflazione stabilito dall’Istat. Ma cosa significa, nello specifico? E come funziona l’adeguamento degli affitti sui dati Istat. Vediamolo di seguito, in breve.
Il canone di affitto ogni anno va aggiornato seguendo i dati Istat sul tasso di inflazione corrente. In pratica l’Istituto di Statistica Nazionale emana una cifra in base a cui va ricalcolato il prezzo del canone mensile stabilito tra le parti. Questa cifra tiene conto del costo della vita e dei prezzi al consumo.
Periodo di riferimento: LUGLIO 2022 | |
Indice generale FOI* | 112,3 |
Variazione % rispetto al mese precedente | +0,4 |
Variazione % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente | +7,8 |
Variazione % rispetto allo stesso mese di due anni precedenti | +9,8 |
(*) Indice generale FOI (base di riferimento 2015=100, il coefficiente di raccordo con la precedente base 2010=100 è 1,071)
In pratica, per calcolare l’adeguamento del prezzo degli affitti si va sul sito dell’Istat e si trovano i dati dell’indice FOI (indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati). Questo indice va poi moltiplicato per la percentuale relativa al proprio contratto di locazione. Si avrà quindi il 100% dell’indice per il canone libero e il 75% dell’indice per il canone concordato.
Infine, tra le cose da sapere prima di affittare casa va ricordato che l’adeguamento Istat degli affitti non è obbligatorio né automatico, ma il locatore deve farne esplicita richiesta scritta all’inquilino.
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