Interiors in pietra leccese scolpita da Renzo Buttazzo

Le creazioni di Renzo Buttazzo, artista salentino precursore di forme tra arte e design

[galleria id=”4283″]Renzo Buttazzo è un salentino ad hoc… Al primo giro, in questa terra cosi ricca, uno dei miei obiettivi è proprio quello di andare a trovare quest’artista, precursore di forme fra arte e design, rigorosamente bianche. Mi conduce una cara amica, Elena, il cui occhio attento a ciò che è “inconsueto”, l’ha portata ad aver creato un network di artisti e designer che vengono regolarmente esposti in palazzi incantati di Lecce: avremo modo, nei prossimi articoli, di scoprire anche questa iniziativa.

Attraversiamo le strade periferiche della città, attorniate da vasti uliveti che poggiano su una terra rossa che si confonde con il vermiglio schietto di un sole all’imbrunire e l’imminente incontro è già una promessa.
 
Ci accolgono al cancello di casa, Renzo e Lara; la sua compagna, anch’essa artista e i loro due cani. I cancelli spalancano le porte a un intero universo e gli occhi non sanno più dove poggiare lo sguardo, testimoni di pezzi che si mimetizzano con la natura, e che illustrano il loro percorso, divenuto una sorta di racconto, totalmente libero da condizionamenti culturali.
 
Il giardino di ulivi sparsi qua e là accoglie una chaise longue in pietra leccese, essenziale e al contempo ondulata come le armoniose curve di una donna, che invita a godersi lo spettacolo delle stelle in arrivo.
 
Un ulivo, lascia intravedere la scultura che come una creatura lunare, pare spuntare direttamente dalla terra e voler rimanere lì, con il suo compagno.
 
Renzo Buttazzo, ci invita a seguirlo nel laboratorio a cielo aperto occupato in gran parte da “quintali” di pietra intonsa e candida come la neve, che come colonne dalle diverse altezze, sono anche loro, alberi del giardino di Renzo, dove non manca il brusio del vento, il profumo del mare e di una vegetazione che accompagna il movimento delle mani di un artista all’opera.
 
Alberi in pietra, circondati da scarti sparsi dappertutto e da pezzi “work in progress”, come il grande vaso o la ciotola e una sorta di contenitore fatto di moduli sovrapposti, dagli angoli tondeggianti, fanno parte di un caos candido ed evocativo.
 
Renzo ci concede una dimostrazione, rendendoci spettatori in un anfiteatro, di mani che scanalano, tondeggiano, graffiano e lisciano quella che lui ama definire la sua sposa, e che gli regala pezzi di design che hanno conquistato un pubblico sceltissimo avendo raggiunto anche registi e attori di fama mondiale e di oltre oceano.
 
Un rapporto imprescindibile iniziato quando era ancora bambino e calpestava la sua pietra nei vicoli della città, divenuto un percorso fatto di studi, sempre attento al pulsare primitivo di una pietra che si lascia scoprire con inclusioni preistoriche.
 
Entriamo nella struttura in cemento ma che par esser più una capanna e che accoglie i pezzi di design, parte del percorso di quest’artista che ha avuto l’ardire di cimentarsi quando ancora la pietra era un elemento per rivestire strade e palazzi.
Me li presenta uno a uno, non sa che già li conosco; visti e scoperti nelle mostre, durante alcuni eventi importanti e in luoghi prestigiosi, sempre presenti come creature che non pretendono ma che emozionano.
 
Una collezione di complementi, contenitori, fermalibri, luci e sedute conosciuta con il nome di Petre.
 
C’è anche “Solouno”, laddove Renzo riesce a oltre passare il limite per arrivare all’essenza di un pezzo che resterà unico.
Mi guardo intorno e in questa esplosione bianca accostata ad alcuni pezzi color sabbia, mi cattura l’edera che scende lungo il muro, anch’esso bianco e che con non chalance ricopre un foglio che cita:
Renzo Buttazzo Cavaliere della Repubblica per meriti artistici “.
 
Per questo artista che appende distrattamente un foglio che gli conferisce un titolo di tale portata, è sicuramente più importante continuare a sperimentare che soffermarsi sugli onori; anche lui aperto ad accogliere chiunque desideri accostarsi, con nuovi materiali e idee, a dimostrazione che volgendo lo sguardo al di fuori dal proprio sé, nascono magiche alchimie e pezzi che rimangono impressi nella memoria.
 
+mani” è il progetto, grazie alla quale artisti della materia che insieme si perdono, unendo gli opposti laddove l’unico vincolo è la materia stessa, rompono le barriere dei limiti temporali, generando l’inatteso, l’inconsueto
 
Credo che Renzo Buttazzo sappia bene che ancor più importante del riconoscimento o del consenso, è regalare emozioni varcando le soglie di ciò che anche lui non avrebbe immaginato ma che è nato da un’idea che la natura ha nutrito e accarezzato, facendo della sua sposa una materia sempre più seducente.

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