Non solo la banca: per ottenere agevolazioni sul mutuo è possibile rivolgersi anche all’Inps. Ecco chi può farlo e quali sono i vantaggi.
Normalmente sono gli istituti di credito i principali finanziatori per chi decide di aprire un mutuo per l’acquisto di una casa, di un terreno o di un locale. Ovviamente, affinché il contratto possa essere stipulato, la banca verifica preventivamente che il mutuatario possa effettivamente sostenere il pagamento delle varie rate.
Non è difficile quindi immaginare che non tutti possono accedere a tale prestito sebbene esistano delle facilitazioni destinate in particolar modo ai giovani acquirenti. Un mutuo più lungo in termini di tempo, ad esempio, alleggerisce il peso della rata rendendo l’impegno più alla portata di tutti.
Com’è noto, attualmente i tassi di interesse risultano aumentati e ciò ha fatto sì che molti italiani si rivolgano direttamente all’INPS. Prima infatti i tassi che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale applicava erano spesso più alti di quelli della banca, mentre oggi non è più così. L’INPS offre la possibilità di ottenere finanziamenti anche trentennali per i dipendenti pubblici con meno di 65 anni d’età.
Il mutuo erogato dall’INPS è riservato agli impiegati pubblici o pensionati e prevede che la cifra massima per l’acquisto o la surroga della prima casa, sia di 300.000 euro. La percentuale massima dipenderà dal costo dell’immobile e può coprire anche fino al 100%. Non sono solo questi i prestiti per i quali rivolgersi all’INPS può essere una buona idea.
Altre agevolazioni possibili se si presenta domanda all’INPS, riguardano ad esempio la ristrutturazione della proprietà, con un massimo di 150.000 euro entro il 40% della valutazione dell’immobile. Per l’acquisto di un box auto si possono ottenere 75.000 euro; 100.000 euro per pagare le spese universitarie di un componente della famiglia.
Il tempo a disposizione per estinguere il mutuo può oscillare da un minimo di 10 anni fino, come detto prima, a 30. Nel caso in cui il richiedente abbia già raggiunto il 65esimo anno di età, il limite massimo è invece 15 anni. Ciò che va evidenziato è la possibilità di modificare, trascorsi 2 anni dall’accensione del mutuo, il tasso di interesse nel corso del tempo. Questo infatti può trasformarsi da fisso a variabile e viceversa.