L’Unione Europea stabilisce delle deroghe che potrebbero svegliarci dall’incubo delle Case Green. Scopriamo chi potrà evitare di spendere – almeno per ora – 50 mila euro.
Per far diventare la propria casa green si devono spendere mediamente 50 mila euro. Una cifra spropositata per tante famiglie ma per fortuna c’è una scappatoia.
La Direttiva Case Green sta spaventando milioni di italiani. L’obbligo di trasformare la propria abitazione salendo di diverse classi energetiche significa dover spendere circa 50 mila euro in interventi. Cappotto termico, pannelli fotovoltaici, sostituzione degli infissi sono alcuni dei lavori che permetterebbero di arrivare alla classe energetica E entro il 2023 da privati cittadini.
Quante famiglie potranno permettersi un’uscita economica così ingente? Chi può ancora richiedere un sostanzioso finanziamento accollandosi un’ulteriore rata mensile aggiuntiva al mutuo o all’affitto? E soprattutto perché dover accettare la spinta verso la svolta green senza supporto? Capiamo che è per il bene del pianeta. Occorre agire prima di superare la linea di non ritorno ma se i soldi non ci sono non può arrivare alcuna costrizione.
Case Green, come evitare di pagare 50 mila euro di lavori
Le polemiche sono partite inesorabili da quando la bozza della Direttiva UE Case Green è stata resa nota. Si parla tanto di svolta green e poi si cade su banalità, come migliaia di aerei privati in volo che inquinano l’aria diretti verso le conferenze europee che parlano di come chiedere ai cittadini 50 mila euro di lavori.
La Direttiva approvata ad oggi impone la ristrutturazione obbligatoria degli immobili per contenere le emissioni inquinanti. Classe E entro il 2023 e poi classe D entro il 2033 per gli edifici residenziali. Dopo le rimostranze è possibile che l’UE apporterà delle modifiche ma al momento gli unici immobili esonerati dall’obbligo sono
- le abitazioni unifamiliari con superfici inferiori a 50 metri quadrati,
- le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno.
- le chiese ed edifici di culto,
- gli edifici nel centri storici,
- gli immobili vincolati dai Beni Culturali,
- gli edifici delle Forze Armante o del Governo Centrale destinati alla difesa nazionale.
Le nazioni UE, poi, possono inserire deroghe aggiuntive per queste categorie di immobili
- i siti industriali,
- gli edifici agricoli non residenziali,
- gli immobili temporanei,
- gli immobili residenziali usati meno di quattro mesi in un anno con consumo energetico inferiore al 25% di quello stimato per l’anno,
- edifici indipendenti inferiori a 50 metri quadrati,
- le stazioni di approvvigionamento infrastrutturale,
- gli edifici adibiti a luogo di culto.
Ecco quindi dopo aver ricevuto queste informazioni saprete come dover gestire la questione case green, probabilmente ancora ci saranno problemi per migliaia di famiglie bisognerà quindi sperare in ulteriori proroghe.