Cambia l’IVA per gli affitti brevi; c’è l’accordo UE. Anche le piattaforme specializzate nel settore dovranno versarla.
Il versamento dell’Iva per gli affitti brevi cambierà a partire dal 2028. Il Consiglio Ue Ecofin ha trovato l’accordo sulle nuove norme di imposizione dell’Iva in un’era sempre più digitale e che serviranno per contrastare l’evasione fiscale.
La novità fondamentale è che il versamento dell’imposta sul valore aggiunto riguarderà anche le piattaforme di settore specializzate. Airbnb e simili, insomma, dovranno versare l’Iva in quasi tutti i casi in cui ora i singoli fornitori non la addebitano. L’accordo UE prevede un regolamento generale che apporterà importanti e diverse modifiche in parallelo.
Accordo trovato, insomma, ma la riforma dovrà essere rivotata e approvata dal Parlamento Europeo a seguito delle modifiche apportate e che sono state determinate dal veto dell’Estonia. Anche per questo i tempi di attuazione iniziale non saranno a stretto giro.
Accordo UE Ecofin, cosa cambia per gli affitti brevi e le piattaforme di settore
L’accordo europeo prevede tre punti fondamentali: la completa digitalizzazione degli obblighi di dichiarazione Iva entro il 2030; la richiesta alle piattaforme digitali di versare l’Iva sui servizi di alloggio breve; l’espansione e il miglioramento degli sportelli univoci Iva online, per facilitare procedure e costi di gestione per le imprese.
Il nuovo sistema operativo studiato sarà completamente attivo entro il 2030, fino ad allora è stata pensata una transizione a step dettagliati. Nel caso specifico degli affitti brevi, l’applicazione della riforma dell’Iva sarà estremamente progressiva. Intanto, in questa fase, gli Stati membri sono impegnati nel riordino normativo e fiscale per l’introduzione del Cin, il Codice identificativo nazionale.
Per quanto riguarda piattaforme come Airbnb, HometoGo, Booking e così via il calendario per l’introduzione dell’Iva seguirà una tempista leggermente differente. Si inizierà a Luglio 2028, quando il regime di raccolta e versamento dell’imposta sarà considerato facoltativo. Diventerà obbligatorio, invece, a partire da Gennaio 2030, quando nei fatti le piattaforme dovranno un ruolo di responsabilità tributaria, versando l’Iva anche in quei casi in cui il soggetto che offre la locazione breve non ha partita Iva.
Il percorso a tappe terminerà nel 2035, quando sarà pienamente attuata la fatturazione elettronica in via uniformata in tutta Europa. L’obiettivo è quello di semplificare su tutto il territorio europeo la compilazione delle fatture, che sarà appunto uguale per tutti, attraverso l’utilizzo di sistemi e modelli di precompilazione di versamento semplici ed efficaci.