Chi possiede una seconda casa su cui deve pagare l’IMU oggi può ricevere una bella notizia. Ecco come esserne esentati: è tutto legale
Si definisce IMU l’Imposta Municipale Propria che ogni proprietario di un immobile diverso dall’abitazione principale deve versare al Comune in cui questo si trova. Introdotto nel 2011 dal governo Monti nella manovra Salva-Italia, fino al 2013 si è applicata anche alla cosiddetta prima casa, mentre oggi questo immobile ne è esentato. Dal 2011 ad oggi sono state molte le modifiche applicate dai diversi governi a questa legge e l’ultima sostanziale risale al 2020, quando la Legge di Bilancio ha accorpato quella che era la TASI all’IMU.
Ad oggi, quindi, questa imposta va pagata su fabbricati ma anche su aree fabbricabili e terreni agricoli e devono versarla non solo i legittimi proprietari, ma anche i titolari del diritto reale di uso, abitazione, usufrutto, enfiteusi o superficie, i concessionari nel caso di concessione di aree demaniali, i locatari e i coniugi assegnatari della casa coniugale dopo separazione. Chi deve versarla, però, spesso non sa che c’è un cavillo che può renderli esenti: di cosa si tratta.
Una soluzione legale per l’esenzione dall’IMU
Il primo modo del tutto legale per non pagare l’IMU sulla seconda casa o su un bene di proprietà che, per la legge, rientra tra le casistiche sopra elencate è quello del comodato d’uso gratuito. In questa situazione, per la precisione, non si ottiene un’esenzione totale ma uno sconto del 50%. Questo, però, sussiste se il comodatario usa l’immobile come abitazione principale e se il comodante, oltre alla sua casa principale, possiede solo un altro immobile.
Si ottiene la piena esenzione dall’IMU, invece, nel caso in cui si ottimizzi il proprio patrimonio immobiliare mediante donazioni o cessioni. Il proprietario di più abitazioni, per esempio, può smettere di pagare l’IMU su questi immobili donandoli a degli eredi, come i figli: questi devono stabilirvi lì la propria residenza e, così facendo, rendono quella casa la propria abitazione principale. In questo senso, né il padre né il figlio dovrà più pagarvi l’IMU. Per saperne di più, leggi il nostro articolo sugli errori legati all’IMU riferita ad abitazioni ereditate.
Infine, l’ultimo caso di esenzione è quello degli immobili collabenti, cioè di quelle strutture considerate in stato di grave degrado e, per questo, non più capaci di produrre reddito. Si tratta per esempio di edifici demoliti in parte o di ruderi abbandonati. In questo caso, si deve chiedere una revisione della categoria catastale, così che l’abitazione prima considerata tassabile di IMU diventi immobile collabente, quindi esente dall’imposta.