IMU 2025: si pagherà di meno e sarà più facile, le ultime novità

L’IMU si trasforma: nel 2025, cambiano le regole per determinare le aliquote. Ma cosa cambierà davvero per i contribuenti?

Il Governo ha promesso una riduzione delle complessità amministrative tanto per i cittadini che per le amministrazioni. La semplificazione è giunta dopo mesi di lavoro sotto forma di un nuovo decreto redatto dal Ministero dell’Economia. Il testo, pubblicato il 18 settembre, amplia e chiarisce il contenuto di un decreto precedente, risalente a luglio.

Nella fattispecie, le nuove regole sull’IMU porteranno a una riduzione già nel 2025 delle tipologie immobiliari. L’altra importante novità è l’obbligo per i Comuni di uniformarsi alle nuove aliquote. In questo modo si spera che la gestione dell’imposta sarà più efficiente e renderà meno probabile le distorsioni oggi esistenti tra le diverse aree geografiche (ci sono città con aliquote troppo alte e ce ne sono altre che riescono a fornire agevolazioni alle fasce più deboli della popolazione).

La normativa più chiara potrebbe dare forma a un’imposta accessibile, non per forza meno cara per tutti, ma comunque più equa. Per far ciò, i Comuni saranno incentivati a rispettare le scadenze e le nuove regole. In caso contrario andranno incontro a pesanti sanzioni.

Il punto saliente della nuova IMU è la drastica riduzione delle aliquote disponibili: si passa da 250.000 a 128. La netta sforbiciata è utile a semplificare il mostruoso sistema della tassazione locale e a uniformare le regole, che fino al 2024 hanno di fatto permesso ai Comuni di fare come volevano, introducendo variazioni spesso penalizzanti per i contribuenti.

Nuovo decreto sull’IMU: cosa cambia nel 2025

Il metodo per decidere le aliquote IMU del 2025 sarà insomma diverso. Le categorie che i Comuni hanno finora sfruttato per calcolare l’imposta municipale saranno ridotte con effetto immediato a 128. E ciò, sostanzialmente, vuol dire che le differenze tra un Comune e l’altro nella scelta delle aliquote dovrebbero, almeno in teoria, ridursi.

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Il Governo ha quindi varato le nuove, ridotte categorie che i Comuni potranno applicare nel 2025 per decidere le aliquote dell’IMU. In base a queste, le amministrazioni comunali dovranno presto elaborare i nuovi importi. Con la standardizzazione nel processo di calcolo delle aliquote si limita dunque la possibilità di impennate delle quote.

Nel concreto, per le abitazioni di lusso o i fabbricati agricoli non è più consentita l’introduzione di alcuna differenziazione. Invece, per i fabbricati di categoria D è consentita un’aliquota alleggerita. Lo sconto si profilerà se l’immobile rivela una superficie inferiore a una certa metratura o una rendita sotto una soglia individuata dal Comune, o ancora se si trova in una zona critica (magari soggetta ad alto tasso di abbandono di attività economico-commerciale).

Per le case date in affitto, le nuove regole permettono una differenziazione dell’aliquota a seconda delle rendite catastali e delle superfici. Ma anche in base ai requisiti degli utilizzatori, al tipo di contratto o ai patti territoriali. Per bed & breakfast e affitti brevi le amministrazioni potranno definire aliquote diverse. Sono previste aliquote agevolate (o azzerate) per immobili danneggiati o inagibili a causa di calamità naturali,

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