Il metodo "sandwich": pulisci la cucina in metà del tempo - designmag.it
Mi sono detta “lo devo dire ai miei amici di DesignMag“, ma cosa? Giravo per casa con quella faccia da chi ha appena aperto il frigo e visto il disastro. La cucina era un campo di battaglia. Panni qua, briciole là, schizzi ovunque. Mi sono fermata un attimo e ho pensato: ci deve essere un modo migliore di pulire tutto questo senza impazzire. Uno che non ti faccia perdere tempo, ma che nemmeno ti faccia saltare dei passaggi.
E allora ho iniziato a ragionarci. Niente di ufficiale, non è una formula scientifica e nemmeno un metodo ufficiale. Ma un qualcosa che funziona, pratica, quasi automatica. La mente andava a un panino, sì, proprio un sandwich. Con i suoi strati, uno sopra l’altro, con un ordine logico. E da lì è partita l’idea. Una specie di tecnica a strati, che ti guida nel pulire senza rifare le stesse cose due volte. Ma andiamo con calma, prima c’è da capire bene il problema.
La cosa più importante quando inizi a pulire è partire dalla parte visibile. Come me, avrai notato come, quando sistemi la superficie di lavoro e il tavolo, la cucina sembri già più in ordine. È come se avessi sistemato metà del disastro. Ecco, lo strato esterno del metodo sandwich è proprio questo: dedica i primi minuti a pulire le superfici che vedi immediatamente. Piano cottura, tavolo, piani di lavoro… tutto ciò che salta all’occhio. Lo fai velocemente, senza farti troppe domande. Questo ti dà un senso di progresso, anche se c’è ancora un bel po’ da fare.
Poi, una volta che il piano cottura è pulito e il tavolo è splendente, è il momento di passare a quello che è nascosto. Quindi, occuparsi delle zone che tendiamo a ignorare. Cassetti, ante, maniglie… queste sono le vere aree di accumulo di sporco. La gente se ne accorge solo quando ci sono macchie evidenti, ma la verità è che si sporcano facilmente, e in molti casi le trascuriamo. Questo è lo strato interno del panino: la parte che non si vede subito, ma che contribuisce a fare la differenza. Non ti preoccupare, non devi passare ore a farlo, basta prendersi qualche minuto per tirare fuori il meglio anche dalle aree più nascoste.
E infine, il tocco finale: lo strato superiore, quello che chiude il panino. Arriviamo ai dettagli, quelli che fanno sembrare la cucina perfetta. Elettrodomestici lucidi, lavello senza residui di cibo, oggetti d’appoggio puliti, e magari una spruzzata di profumo per lasciare nell’aria un senso di freschezza. Questi piccoli gesti sono quelli che ti fanno sentire che tutto è al suo posto, che ogni angolo è stato curato. E sono questi dettagli che ti danno la soddisfazione visiva immediata che spesso manca nei metodi tradizionali, dove ti sembra di fare sempre gli stessi passaggi, ma senza vedere un vero risultato.
Ora, per evitare che il metodo diventi un disastro, ci sono un paio di accorgimenti che fanno la differenza. Per esempio, ti consiglio di mettere su una playlist da 10 minuti per ogni strato. Ti aiuta a concentrarti senza distrarti, e una volta finito, senti di aver rispettato il tempo e la struttura del tuo lavoro. Non sottovalutare la preparazione, aver già i prodotti pronti e a portata di mano ti fa risparmiare tempo, altrimenti ti ritrovi a cercare il detersivo mentre sei nel bel mezzo della pulizia, e finisci per perdere più tempo. E una cosa fondamentale è la tempistica. Farlo ogni 2-3 giorni, è essenziale. Se lasci passare troppo tempo, lo sporco si accumula, e il lavoro diventa più faticoso.
Non c’è niente di complicato in tutto questo, solo un modo più intelligente di fare le cose. Se segui questo metodo sandwich con regolarità, vedrai che la tua cucina sarà sempre in ordine, senza quei momenti di panico dove pensi che tutto sia ormai fuori controllo.