[galleria id=”5171″]L’ ultima strategica idea nel campo dell’allestimento museale è stata quella dello spazio d’arte totale che ha occupa l’arco di un giorno a Parigi. Si chiamava “24 Hours Museum” ed è stato firmato per Prada da Francesco Vezzoli e Rem Koolhaas , questa volta con il suo studio AMO (nato da una costola dell’Office for Metropolitan Architecture OMA). Il museo ha avuto luogo all’interno dello storico Palais d’Iéna, a Parigi, disegnato da Auguste Perret tra il 1936 e 1946. Il ’24 h Museum’ è stato aperto solo da martedì 24 a mercoledì 25 gennaio. Era diviso in tre sezioni, ispirate ognuna a una precisa visione del Museo: storica, contemporanea e quella “degli oggetti dimenticati“.
Oltre che semplice spazio espositivo il 24 hours Museum è stato un vero e proprio esperimento tra le differenti tipologie che abbiamo visto fino ad oggi indagando sull’evoluzione del Museo, che dall’impostazione classica ottecentesca si è stato trasformato in luogo della divulgazione prima e in luogo dell’attrazione commerciale e turistica globale poi.
Si è ottenuto un collage di spazi di diverse misure e qualità, un interior design che è uno spazio effimero che ricalca il mito del museo totale, fuso con la sequenza di tutti i riti che un esposizione comporta: vernissage, apertura, svolgimento, finissage.