Chi ha scelto di portare i vestiti in lavanderia e li ritira rovinati può essere arrabbiato, ecco in quali casi si ha diritto a un rimborso.
È una consuetudine diffusa rivolgersi alla lavanderia per lavare alcuni panni, anche se non tutti lo fanno per la stessa motivazione. Alcuni, ad esempio, decidono di sfruttare questo servizio se hanno vestiti pregiati, che sarebbe bene evitare di inserire in lavatrice, per questo ritengono che un centro professionale garantisca che restino quasi nuovi o quasi. Si tratta però di una scelta che spesso viene fatta anche dai single, che hanno poco tempo a disposizione per occuparsi della casa, ancora meno per lavare e stirare, si ha così la garanzia che tutto questo sia fatto al meglio.
Purtroppo, però, anche in casi simili l’imprevisto può essere dietro l’angolo e non può comunque essere escluso a priori. Non è raro andare a ritirare gli indumenti al negozio e notare che non sono più come prima. Arrabbiarsi è più che naturale, specialmente perché ci si aspettava di non dover notare alcun intoppo, in modo particolare in un’attività che nasce per questo scopo. A questo si aggiunge poi la cerezza di non poter più indossare un capo a cui si teneva in modo particolare. Cosa si deve fare se questo dovesse accadere?
Cosa fare se la lavanderia rovina i vestiti
Pur trattandosi di una realtà professionale, non è così insolito ritrovarsi con vestiti portati in lavanderia e danneggiati rispetto a come erano prima. Pur non potendo più riavere il capo al suo stato originario, è possibile rivalersi contro il gestore dell’attività. La lavanderia è infatti ritenuta sempre responsabile dell’accaduto, nonostante provi a sostenere di avere seguito le indicazioni per il lavaggio che erano presenti sull’etichetta e di non avere commesso alcun errore.
Si tratta di una scusa che non è però valida in questi casi. Quando ci si rivolge a un negozio è indispensabile che cerchi di capire in autonomia cosa fare, proprio perché da questo si denota il suo livello di professionalità. Questo vale sempre, non solo per i clienti di fiducia.
È quindi naturale aspettarsi che un tintore sappia come agire così da preservare la qualità del prodotto, in caso di dubbio dovrebbe rifiutare il lavoro, così da evitare problemi per se stesso e per il proprietario degli indumenti. Non a caso, sono diverse le realtà commerciali che scelgono di stipulare assicurazioni che si prenderanno carico della situazione qualora dovessero verificarsi dei problemi (lo fanno anche diversi parrucchieri se la tinta dovesse macchiare gli abiti).
Già nel momento in cui si consegnano i panni si dovrebbe avere la premura di indicare personalmente la necessità di essere cauti. Se però anche questo non dovesse essere sufficiente, si può chiedere alla lavanderia di essere risarciti per il danno subito, contestualmente alla richiesta della compagnia di assicurazione presso la quale risulta essere assicurata. È alla compagnia che si dovrà presentare richiesta di indennizzo. Se non dovesse esserci invece alcuna polizza in atto, si deve chiedere al negozio quanto dovuto.
È bene inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno, indicando spiegazione dell’accaduto, richiesta di risarcimento, scontrino e, se possibile, valore originario dell’abito. Non è detto però che tutto vada a buon fine, l’esercente potrebbe rifiutarsi, a quel punto è necessario rivolgersi al Giudice di Pace. L’onere della prova è a carico del tintore, non sarà ritenuto responsabile solo se il danno è dovuto a un caso fortuito, ovvero provocato da cause ignote (ma dovrà dimostrarlo).