Cosa accade all’esenzione Imu in caso di cambio di residenza? Tutto quello che c’è da sapere sul punto e cosa prevede la normativa vigente.
Lunedì 16 dicembre è fissato il termine per il pagamento della seconda rata dell’Imu (Imposta municipale unica) per chi ha deciso di versare gli importi in due soluzioni. La prima rata dell’imposta, dovuta da chi possiede immobili, ad eccezione della prima casa, aree fabbricabili e terreni agricoli, doveva essere pagata a giugno, stesso termine per chi ha optato per un’unica soluzione.
Molti si chiedono, considerato che l’Imu non deve essere versata per la prima abitazione, cosa accade quando il proprietario di un immobile cambia la residenza anagrafica, mantenendo, però, la proprietà della precedente casa.
Imu, cosa accade quando si cambia residenza: si perde l’esenzione?
Tra poco meno di un mese, molti contribuenti italiani dovranno procedere con il versamento del saldo Imu, la cui scadenza è fissata al 16 dicembre. Questa data, però, è valida, come abbiamo già accennato, per chi ha scelto di dividere l’importo in due rate e non di procedere con il pagamento in un’unica soluzione.
L’imposta municipale unica non è dovuta per le prime case, intesa come abitazione in cui il proprietario ha la residenza anagrafica e la dimora abituale. Cosa accade, però, se un soggetto rimane proprietario di un immobile, ma cambia residenza? Questo può avvenire, ad esempio, quando si decide di affittare l’immobile di proprietà e trasferirsi in un’altra casa, magari in un altro comune.
In questo caso, dopo il cambio di residenza, l’immobile in cui il soggetto viveva in precedenza automaticamente non sarà più considerato come prima casa, anche se al suo interno vivono delle altre persone. Per questa ragione, non si avrà più diritto all’esenzione dell’imposta che dovrà essere versata.
Se, invece, il trasferimento avviene perché l’immobile è stato venduto, è ovvio che l’Imu sarà a carico del nuovo proprietario, mentre il soggetto dovrà versare l’Imu sulla nuova abitazione acquistata o nulla se si decide di andare a vivere in affitto. L’imposta, difatti, non è mai a carico del conduttore, ma il versamento spetta al proprietario.
Ricordiamo, infine, che, in seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale, è stata ristabilita la doppia esenzione per i coniugi che abitano in due diversi immobili in Comuni distinti, ma sempre rispettando il principio della residenza e della dimora abituale. Per fare un esempio, se due coniugi sono costretti a vivere in due città diverse, magari per motivi di lavoro, e hanno la residenza e la dimora abituale entrambi nelle rispettive case, possono richiedere l’esenzione per i due immobili.
Per quanto riguarda i pagamenti che fanno riferimento all’anno in cui è avvenuto il trasferimento, si dovrà tenere conto della data: l’Imu è frazionata in mesi, dunque, ed ognuno di essi si considera completo quando sono trascorsi 15 giorni. Per fare un esempio, se il cambio di residenza è avvenuto il 22 maggio, si dovrà pagare l’Imu per la vecchia abitazione da gennaio a maggio.