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Categories: Architettura

Gli spazi di lavoro e la neurodiversità: il progetto dell’ufficio punta all’inclusione

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Dopo l’emergenza sanitaria, che ha allontanato sempre di più le persone lasciando spazio alla paura del contagio, il tema della centralità dell’individuo si sta pian piano facendo largo nell’architettura, soprattutto nella progettazione degli spazi di lavoro, pronti a ripopolarsi lo smart working, e soprattutto nei confronti delle persone con neurodiversità e con disabilità non sempre visibili.
Per il 2022, anno a cui tutti guardiamo con grande speranza, le tendenze per quanto riguarda il design degli uffici sembrerebbero puntare particolare attenzione proprio al tema dell’inclusione, tanto per chi presenta difficoltà neurologiche quanto per chi non ne ha o per chi ha di altri tipi di disagi.

COME PROGETTARE PER LA NEURODIVERSITA’?

Progettare per la neurodiversità, secondo le ultime indicazione degli esperti del settore, vuol dire comprendere che tutti, anche i neurodivergenti, provano sensazioni. Il design può contribuire a suscitarne di nuove, influenzando i sensi e intervenendo sulla mente e sul corpo.
Lo studio della luce, del colore, della suddivisione interna e la progettazione di spazi di lavoro che puntano all’apertura e non all’esclusione rappresentano degli ottimi punti di partenza per creare uffici innovativi per tutti i lavoratori.
Poter comunicare senza barriere fisiche, mantenendo la distanza imposta dai protocolli sanitari ma non essendo realmente lontani, è fondamentale per creare un ambiente lavorativo sereno, produttivo e piacevole da vivere.

PERCHE’ PROGETTARE PER L’INCLUSIONE?

La progettazione per la neurodiversità punta sul benessere e sul piacere di andare in ufficio, sensazione non sempre provata da chi soffre di disagi neurologici. Per questo bisogna creare uno spazio accogliente e capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi per creare un’esperienza, non una scatola piena di sedie e scrivanie in cui recarsi meccanicamente ogni giorno senza alcuno stimolo.
Il vantaggio di questo tipo di approccio progettuale e, probabilmente, il motivo per cui sta prendendo sempre più piede, a prescindere dalla condizione di salute in cui si trovano i dipendenti, è la capacità di creare un’ambiente che abbracci tutti indistintamente con un’atmosfera piacevole, rilassata e sicuramente più produttiva. Chi sta bene, del resto, lavora anche meglio.

Maria Laura Leo

Laureatami a Bari in Architettura nel 2014, dall'anno successivo esercito la libera professione di architetto in provincia di Matera. Sono redattrice freelance per diverse testate giornalistiche e scrivo articoli su tematiche inerenti l'architettura e il design, attività che mi consente di abbinare l'oggetto del mio lavoro alla mia passione per la scrittura.

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Maria Laura Leo