Cappotti e giacche invernali in genere vanno lavati con una determinata frequenza se si vuole siano puliti e che durino più a lungo, svelato il mistero grazie a un’esperta.
Portare capi puliti e profumati è importante per tutti, per questo non ci si dovrebbe ridurre a lavarli esclusivamente quando si nota una macchia, sia che si proceda autonomamente sia se si decide di rivolgersi a un negozio specializzato. In genere si tende a pensare che la frequenza debba essere maggiore soprattutto con gli indumenti estivi a causa del sudore, ma si tratta di una teoria che è decisamente riduttiva, non si può infatti pensare che l’attenzione debba essere più bassa per cappotti e giacche invernali che usiamo più volte nel periodo più freddo dell’anno.
Una volta arrivata la primavera, in genere un po’ tutti tendono a portarli in una lavanderia a secco così da averli pronti per l’anno successivo, è però importante sapere come si debba procedere anche quando l’inverno è ancora in corso, così da aumentare la loro durata. Non tutti procedono allo stesso modo, risolvere i dubbi consultando un’esperta di pulizie può essere davvero provvidenziale per evitare errori.
Cappotti e giacche invernali: la frequenza ideale per il lavaggio
Non ci sono grossi dubbi su quanto sia importante lavare i capi che indossiamo, ha poco senso se noi facciamo una doccia ogni giorno ma mettiamo vestiti sgualciti o che danno addirittura cattivo odore. A volte però molte delle abitudini che abbiamo, nate magari sulla base di tradizioni di famiglia, potrebbero non essere del tutto corrette, per questo può essere utile affidarsi a chi è esperto di pulizie, così da capire se siano corrette o meno.
Davvero importante a riguardo è il pensiero della lavandaia Sarah Dempsey, che ha voluto sottolineare quanto sia determinante avere cappotti e giacche invernali in genere puliti. A In tanti tendono però a pensare non sia necessario farlo spesso, non essendo a stretto contatto con la pelle e con l’eventuale sudore, ma è una teoria da confutare.
“I cappotti non si sporcano a causa dell’odore corporeo e del sudore come i nostri vestiti, essendo il nostro strato più esterno, ma vanno comunque lavati e igienizzati” – ha detto a ‘Bristol Live’. Non è comunque necessario farlo spesso, serve a poco correre frequentemente in lavanderia, a meno che non ci sia una macchia da eliminare.
È sufficiente infatti pulire i cappotti e le giacche invernali anche solo una volta a stagione, al massimo due, a inizio e fine inverno. Questa considerazione nasce sulla base di una caratteristica ben precisa: la lana, il materiale di cui sono composti è autopultente, grazie alla presenza di cheratina, è quindi in grado di uccidere in autonomia i microbi. Non ci sono grosse variazioni nemmeno quando si è stati sotto la pioggia per diverse ore, in questo caso sarebbe bene farlo asciugare all’aria aperta, operazione utile ad evitare che accumuli muffa una volta rimesso nell’armadio.
Alcune differenze possono esserci invece se si tratta di cappotti che non sono fatti di 100% lana (ogni dubbio può essere risolto guardando l’etichetta). “Se il cappotto di lana o cashmere è misto a seta, potrebbe aver bisogno di una pulizia più frequente per mantenerne la morbidezza” – ha detto ancora la donna.
Nel caso invece di giubbotti di pelle è sufficiente un lavaggio una o due volte l’anno, il numero può aumentare solo se si mettono con cadenza quotidiana. È utile però ogni tanto anche usare un panno umido imbevuto di una soluzione detergente delicata o di un detergente per eliminare ogni traccia di sporco.
Chiudiamo infine con un capo che va per la maggiore, che molti inseriscono nei propri outifit quotidiani, ovvero parka e piumini. In questo caso sarebbe bene farlo due volte per ogni stagione, con qualche cautela in più se imbottito di piume, situazione che sarebbe meglio gestire in lavanderia. Per chi ha qualcosa realizzato in tessuto sintetico può andare bene la lavatrice.