Scopri come la nuova normativa può aiutarti ad evitare lo sfratto: ecco cosa devi sapere per proteggerti e salvaguardare i tuoi diritti.
Quando il proprietario di un immobile ha un contratto di locazione stipulato con un inquilino, si può trovare nella spiacevole situazione di dover richiedere lo sfratto. Ciò può avvenire per diversi motivi, tra cui il mancato pagamento del canone o delle incomprensioni contrattuali. Tuttavia, anche per l’inquilino ci sono delle tutele che permettono di sospendere l’esecuzione dello sfratto per motivi gravi.
Tuttavia esiste una via di salvezza: quando un inquilino riceve un avviso di sfratto, può presentare una richiesta di sospensione dell’esecuzione dello sfratto per gravi motivi. Scopri di cosa si tratta e come puoi difendere i tuoi diritti.
Come bloccare l’esecuzione dello sfratto per motivi gravi
L’inquilino che riceve un’intimazione di sfratto deve essere consapevole dell’esistenza di soluzioni legali per posticipare il rilascio dell’immobile. Le due principali situazioni che portano a un avviso di sfratto sono:
- Sfratto per morosità: disciplinato dall’art. 658 del Codice di procedura civile, si verifica quando l’inquilino non salda il canone di affitto entro 20 giorni dalla scadenza oppure quando accumula arretrati sugli oneri accessori superiori a due mensilità.
- Sfratto per finita locazione: regolato dall’art. 657 del Codice di procedura civile, si applica quando l’inquilino non lascia l’immobile alla scadenza del contratto di locazione.
Tuttavia, nonostante le tutele legislative a favore del proprietario, l’inquilino ha diritto di presentarsi in giudizio per chiedere la sospensione dello sfratto.
Come presentare una richiesta di sospensione
La sospensione dell’esecuzione dello sfratto può essere richiesta per motivi gravi, come per esempio delle gravi condizioni di salute del conduttore o di un familiare convivente. Questa sospensione può essere richiesta una sola volta e può durare fino a 18 mesi, periodo in cui l’inquilino dovrà comunque continuare a pagare il canone, aumentato del 20%. Per presentare la richiesta di sospensione, l’inquilino deve fornire:
- Ricevuta di versamento del contributo di 139 euro più 27 euro di diritti di cancelleria;
- Documento di identità;
- Certificazione di reddito complessivo inferiore a 27.000 euro;
- Certificato medico per malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66%.
Per gli inquilini morosi che intendono sanare la loro posizione, è possibile richiedere una sanatoria giudiziale. Questa può essere richiesta fino a tre volte in un quadriennio e permette di saldare i debiti arretrati con un pagamento dilazionato. Può essere concesso un termine di grazia fino a 90 giorni per saldare i debiti, estendibili a 120 giorni in caso di gravi difficoltà economiche o di salute. Questa proroga può aiutare l’inquilino a regolarizzare la propria posizione e a evitare lo sfratto.
La normativa è chiara e offre diverse possibilità per gli inquilini in difficoltà, che rischiano lo sfratto. Questa permette di sospendere l’esecuzione dello sfratto per motivi gravi e di proteggere la propria casa.