Se non si può presentare una busta paga come garanzia di stabilità economica, come si può affittare un appartamento?
Vogliamo prendere una casa in affitto ma non abbiamo la possibilità di mostrare al locatore una busta paga a garanzia della nostra possibilità di sostenere il canone mensile. Dunque cosa fare? Possiamo presentare alternative allo stipendio oppure meglio scordarci di poter affittare un immobile? Ebbene, la busta paga non è la solo garanzia per dimostrare al proprietario di poter sostenere le spese relative all’alloggio.
Certo, offrire garanzie è indispensabile: come dicevamo, dimostrano al locatario che siamo in grado di pagare il canone mensile ma anche che, in caso di morosità, abbiamo le coperture necessarie per rimediare. Tuttavia, come riconosciuto dalla normativa in vigore, la busta paga non è l’unico strumento ed anche lavoratori precari, lavoratori part-time e disoccupati possono affittare un immobile.
Le alternative alla busta paga, infatti, sono molteplici: ad esempio, la stipula di un’assicurazione di copertura, oppure la presenza di un garante (come un genitore o un parente), l’elargizione di un anticipo e di una cauzione, o ancora l’attestazione da parte di un istituto di credito bancario o la dichiarazione dei redditi. Approfondiamo più nel dettaglio.
Busta paga e alternative come garanzie per l’affitto di un alloggio: come funzionano
In presenza di busta paga, il principio più diffusamente applicato dai locatari è di considerare il rapporto tra la retribuzione netta del potenziale inquilino ed il canone mensile: se l’affito non supera il 35-40% dello stipendio, ecco che il proprietario dell’immobile può ritenersi garantito riguardo alla stabilità economica dell’affittuario e dunque procedere con l’accordo.
Inoltre, in ambito immobiliare e a prescindere dal tipo di garanzia economica che il potenziale inquilino può presentare, vige anche la cosiddetta “Regola delle 40 volte”: si tratta della divisione dell’ammontare dello stipendio netto percepito nel corso di un anno intero per il valore di 40. Il risultato che si ottiene è quindi la quota di affitto mensile ideale per qualsiasi potenziale affittuario.
Ciò detto, occorre un’avvertenza per le circostanze che intendono escludere il contratto, ovvero i cosiddetti “affitti in nero”: comportano evasione fiscale e chi li effettua commette due illeciti di tipo amministrativo, rispettivamente relativi al mancato pagamento dell’Irpef ed al mancato pagamento dell’imposta di registro (per quest’ultimo, sia il proprietario sia l’affittuario sono ritenuti dalla legge egualmente responsabili). Le sanzioni in questi casi partono dal 30% – ad esempio per l’imposta di registro – fino al 480% delle imposte dovute, oltre ad essere poi soggetti ad accertamenti fiscali per 5 anni dalla notifica dell’illecito.