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Normative

Donare o intestare casa al figlio senza notaio si può, sono in molti a non saperlo

Sui beni immobili esistono tanti oneri e anche donare la casa al figlio necessita di atti pubblici e notaio; ma in alcuni casi si possono “aggirare” le spese.

Molti genitori vorrebbero lasciare la casa ai figli senza far sborsare loro migliaia di euro per il rogito, o comunque senza dover spendere tanti soldi col notaio. Ma donare una casa può anche essere una volontà in diversi frangenti.

Per trasferire una proprietà è sempre obbligatorio effettuare un regolare rogito, o atto pubblico, perché altrimenti il passaggio diviene nullo. Che sia compravendita o donazione, dunque, tutti gli attori in campo devono sopperire a delle spese.

Ci sono dei casi in cui è possibile ovviare ad alcune di essere, e si tratta di sistemi legali ma meno conosciuti. D’altronde basterebbe che le tariffe dei notai (e soprattutto delle imposte correlate) fossero meno alte e i cittadini non avrebbero tutte queste remore. Ma finché le cose stanno così non c’è altro da fare che sapere tutti gli escamotage esistenti.

Donare la casa al figlio senza spendere (quasi) niente si può, ecco cosa dice la Legge

Mettiamo i caso che un genitore voglia lasciare un immobile al figlio mea non abbia la possibilità economica di pagare un notaio. La donazione si può fare tramite testamento, e in questo modo si evita, almeno in un primo momento, di ricorrere alla figura professionale.

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È anche vero che bisogna aspettare il decesso del donante e non sempre questa opzione riesce a soddisfare le esigenze. Inoltre anche una volta avvenuta la donazione, il ricevente dovrà spendere quanto dovuto per registrare nei pubblici registri il trasferimento dell’immobile. Se questa operazione non viene fatta, chi ha ricevuto l’immobile non potrà cederlo a terzi.

L’unico modo per far avere l’immobile al figlio e lasciare al di fuori altri figli/eredi senza incorrere in troppe spese è quello di muoversi un po’ “sopra le righe”. Il donante potrebbe effettuare una scrittura privata con la promessa di una donazione futura. Il figlio comincia però da subito a usare l’immobile e a prendersi carico delle spese, anche di manutenzione, ristrutturazione eccetera, come se fosse già suo. Dopo 25 anni il donante muore e la casa va al figlio per eredità, ma come possiamo immaginare gli altri eredi a quel punto pretendono la loro parte.

In realtà, la Legge dice anche che se una persona usa un bene per 20 anni senza che nessuno si opponga può vantare il diritto di usucapione. In questo modo il figlio a cui è stata donata la casa non dovrà dividerla con altri, anche se ovviamente il passaggio della trascrizione al pubblico registro degli immobili dovrà comunque essere fatta.

Stefania Guerra

Appassionata di lettura e di scrittura creativa, autrice di un racconto e di un romanzo, opero nel copywriting e nel digital marketing dal 2018; collaboro con diversi siti di informazione e per una testata giornalistica.

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