Dare in donazione una casa prevede diverse imposte che, tuttavia, è possibile evitare: cosa dice la legge in merito.
Donare una casa ai propri figli è un gesto spontaneo, ma che al contempo può nascondere delle complessità non di poco conto, specialmente a livello burocratico. Tra le domande più comuni che può porsi un donatore medio, rientra la tassazione. Questa, spesso inevitabile, si rivela alquanto alta in determinati casi, ma la cosa positiva è che vi è la possibilità di ridurre queste spese in maniera totalmente legale.
In primo luogo, è bene sapere di cosa stiamo parlando. A livello ‘tecnico’, la donazione di un immobile è una pratica che permette a una persona, chiamata donante, di trasferire la proprietà di una casa o altro immobile a un’altra persona, il donatario. Questo atto deve rispettare alcune regole formali e comporta anche il pagamento di specifiche tasse. Il passaggio avviene tramite un atto pubblico davanti a un notaio e alla presenza di due testimoni, e il donatario deve necessariamente accettare la donazione affinché questa sia valida.
Di base, è possibile donare qualsiasi immobile di proprietà, ma non beni futuri. Inoltre, si possono donare altri diritti come l’usufrutto o il diritto di superficie. Per quanto riguarda le imposte, la tassazione varia in base al valore dell’immobile e al grado di parentela tra donante e donatario. Le principali tasse da pagare sono l’imposta di donazione, che si applica solo per immobili di valore superiore a una certa soglia, oltre all’imposta ipotecaria e catastale, che variano in base all’immobile donato. In particolare, se si tratta della prima casa, le imposte ipotecarie e catastali sono ridotte. Ma vediamo nel dettaglio.
Come detto in precedenza, è possibile donare una casa a un figlio senza dover pagare l’imposta di donazione, ma ci sono alcune condizioni da rispettare. In prima battuta, se il valore dell’immobile è inferiore a 1.000.000 €, l’imposta di donazione, che di solito ammonta al 4%, non sarà dovuta. Rimangono però da pagare le imposte ipotecaria, catastale e l’imposta di bollo. Anche in questo caso però, vi sono delle riduzioni.
Per esempio, se il figlio che riceve la casa la utilizza come prima abitazione, ci sono ulteriori agevolazioni fiscali che permettono di ridurre ancora di più le imposte.
Poi c’è un altro aspetto importante da considerare: nel caso in cui il donante abbia più figli e decida di donare l’immobile solo a uno di loro, è una scelta fattibile, ma va considerato che alla morte del donante, gli altri eredi legittimi (come altri figli o coniuge) potrebbero esercitare la cosiddetta ‘azione di riduzione’, se la donazione ledesse la quota di legittima a loro spettante.
In buona sostanza, se l’immobile donato eccede di molto la porzione disponibile di eredità suddivisa, il bene potrebbe dover essere restituito, salvo il diritto del donatario di compensare gli eredi legittimi in denaro. Nel caso in cui l’eccedenza sia modesta, il donatario potrà conservare l’intero immobile, compensando gli altri eredi di ciò che viene sforato rispetto a loro in termini di quota paritaria.