La Direttiva Case Green ha portato a un cambiamento epocale che avrà ripercussioni economiche su tutti, non solo i proprietari.
Infatti con le novità introdotte dal Governo che sono attuative di quanto previsto a livello Europeo, da un lato ci sono cambiamenti per chi ovviamente possiede un immobile e deve predisporre la casa al fine di eseguire quelli che sono i lavori richiesti entro i termini stabiliti ma dall’altro ci sono cambiamenti per tutti, per chi vuole sottoscrivere un mutuo per acquistare, per chi è in affitto e quindi subirà gli aumenti generalizzati.
Ciò chiarisce quanto la portata della Direttiva sia ben più profonda e problematica di quanto oggi si possa realmente quantificare e di come sia diramata a tutta la popolazione a più livelli. In Italia questa legge avrà un impatto più significativo rispetto ad altri Paesi a causa delle abitazioni che sono datate e che quindi necessitano in maniera molto estesa di interventi costosi.
Direttiva Case Green: le cifre da pagare sono enormi
Il problema principale di questa Direttiva è la sostenibilità finanziaria. Ormai le cifre sono chiare e l’attuazione risulta molto difficile. Un progetto ambizioso che fa sorgere però una domanda legittima, come chiarito anche dai politici italiani. Il problema principale in questo senso non è la spesa prevista ma soprattutto chi pagherà per questo?
Chiedere ai cittadini di doversi fare carico di un costo di almeno 60 mila euro per ristrutturare totalmente l’immobile non è realistico, molti non dispongono di tale cifra e ci sono tantissimi immobili che sono di proprietà ma che non vengono utilizzati quindi né vissuti né affittati perché magari in contesti isolati o poco retributivi. È veramente quindi irreale che qualcuno finanzi un progetto del genere a proprie spese per una proprietà che non solo non gli frutta e su cui vanno pagate le tasse ma che non porterebbe alcun beneficio in termini di investimento.
Il problema, secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è che la direttiva di fatto non tiene conto della questione pratica, cioè come attuare tutto questo, le esigenze dei cittadini e i costi da sostenere entro il 2050. In Italia oltre il 70% degli immobili ha oltre 70 anni e quindi va revisionato, si tratta però di un numero veramente importante, come faranno gli italiani a pagare? L’efficientamento energetico viene richiesto progressivamente a tutti ma è oneroso. Su 78 milioni di immobili, 36 milioni sono abitazioni e solo 4.9 hanno un certificato energetico. Di tutte l’80% è nei livelli più bassi previsti.
Non intervenire porterà dapprima una svalutazione economica all’immobile e poi un problema grave da risolvere, la corsa ai ripari al momento non ha dato ancora frutti e sistemi efficienti a cui si sta lavorando per rendere attuativa la politica verde europea ma anche praticamente fattibile per gli italiani.