Non è affatto difficile che un condominio possa essere contaminato dalla presenza di amianto: in caso di sospetto, bisogna attivarsi subito.
L’amianto è un materiale noto per la sua pericolosità. Le polveri contenenti fibre di questo minerale possono causare gravi patologie: dall’asbestosi per importanti esposizioni ai tumori della pleura o ai carcinomi polmonari. Gli amianti più cancerogeni sono gli anfiboli, ovvero quelli maggiormente sfruttati per la creazione di eternit (miscela di amianto e cemento), e fra essi il più temibile è la crocidolite: una fibra di amianto sottilissima, mille volte più fine di un capello umano.
Così come assodato grazie a numerosissimi studi, l’esposizione all’amianto può causare malattie assai gravi. Il disturbo più comune è la già citata asbestosi, una malattia polmonare cronica che provoca cicatrici negli organi della respirazione. Poi, dall’esposizione al materiale possono derivare ispessimenti e placche pleuriche, tumori maligni alle vie aeree, mesoteliomi (cancro della membrana che riveste la cavità toracica) e cancri alla laringe, allo stomaco e al colon-retto. La comparsa delle condizioni cancerose può avvenire anche trent’anni dopo l’esposizione al materiale.
Com’è noto, in Italia, l’amianto è stato ampiamente utilizzato nei materiali da costruzione fino agli anni ’80. Gran parte degli immobili esistenti è dunque contaminato da questo pericoloso materiale. Il divieto di utilizzo e produzione di amianto e materiali contenenti amianto (i cosiddetti MCA) è arrivato solo nel 1992, ma il rischio di esposizione non si è mai attenuato. In generale, il condominio è una struttura meno critica rispetto agli edifici industriali e pubblici, dove la presenza di amianto è più diffusa.
Vari studi hanno rivelato che il problema della contaminazione è diffuso in tutto il territorio nazionale, e che ovunque sono presenti edifici con MCA friabili e non friabili. Eppure non ci sono dati precisi sul numero totale di edifici a rischio in tutto il Paese.
Verificare la presenza di amianto in un condominio: cosa fare
Non è così semplice capire se in un condominio c’è traccia di amianto volatile. La prima cosa da fare per capire se l’edificio è a rischio è informarsi sull’età della struttura. Per logica, gli edifici costruiti prima degli anni ’90 hanno maggiore possibilità di essere contaminati o contaminanti.
I materiali critici sono piastrelle, pannelli di isolamento, coperture, tubazioni e controsoffitti. Bisogna poi sapere che l’amianto è spesso presente in materiali con texture fibrose o modelli geometrici regolari. Alcuni materiali da costruzione presentano dei timbri di data che indicano il periodo di produzione. Trovando timbri che mostrano date di produzione antecedenti agli anni ’90 è possibile che ci sia dell’amianto.
In caso di sospetto riguardo alla presenza di amianto, bisognerebbe prelevare campioni per analizzarli, ma per farlo c’è bisogno di un professionista, dato che ci sono alti rischi di esposizione. Di norma le aziende specializzate nella messa in sicurezza e nella rimozione di amianto offrono anche analisi delle strutture.
In caso di scoperta di amianto in un condominio, è necessario adottare un programma per mantenere in buone condizioni i materiali contenenti amianto, prevenire il rilascio e la dispersione secondaria di fibre pericolose perché cancerogene. In alcuni casi si procede invece con la rimozione e poi con la bonifica. Con la scoperta di materiali critici, l’amministratore di condominio ha l’obbligo di comunicare agli organi sanitari locali la presenza del contaminante e di attivarsi per l’opportuna rimozione o messa in sicurezza.
L’amministratore ha anche il dovere effettuare un censimento e una mappatura dei manufatti in amianto presenti nelle parti comuni del condominio. Ovviamente avvalendosi di un tecnico abilitato che dovrà compilare una scheda, poi utile per i confronti del programma di controllo periodico delle condizioni dei materiali.