I contratti di locazione possono essere strutturati in modi differenti per durata ma ce ne sono alcuni più vantaggiosi come il 3+2.
Una delle peculiarità di un contratto di affitto è proprio quello che riguarda la durata, ci sono quelli 4+4, quelli 2+2, quelli 3+2 e ognuno comporta una serie di pro e contro da valutare con attenzione prima di procedere alla firma.
Quel nodo così importante non è solo un vincolo in termini di tempo ma riguarda anche l’aspetto economico perché di fatto impone delle limitazioni per quello che riguarda gli aumenti che possono o meno essere imposti dal proprietario nel tempo in cui si soggiornerà in casa.
Contratto di locazione 3+2, perché è il più conveniente
I contratti di locazione vanno valutati molto bene e se necessario anche con un consulente, soprattutto se ci sono delle anomalie o magari qualche punto che non è molto chiaro e che quindi non torna. In questo modo si comprende bene cosa si va a fare, anche previo corrispettivo economico. Una spesa ulteriore da valutare però perché talvolta nei contratti ci sono delle insidie che si scoprono quando ormai è troppo tardi.
Un contratto molto gettonato è sicuramente il 4+4 che viene utilizzato per gli affitti a lungo termine. Questo infatti consente di avere un accordo per otto anni. Ci sono però anche quelli a canone libero quindi con tacito rinnovo e con possibilità di aumentare solo a scadenza di contratto, vi sono quelli concordati con una durata specifica e poi tacita.
Insomma, le variazioni e le possibilità sono tantissime. Anche se spesso si sente parlare di quello 3+2 in realtà bisognerebbe approfondire il perché andrebbe preferito agli altri. Secondo la legge in materia questa è una validissima opzione se prendiamo ad esempio dal punto di vista pratico ciò che comporta.
In primo luogo permette di avere una formula precisa e non vaga per la durata, così ambo le parti sanno qual è la prospettiva e cosa comporta. Il 3+2 vuol dire che il primo segmento è di 3 anni, poi il rinnovo scatta in modo tacito ogni due anni a seguire. Con questa modalità si può godere della cedolare secca al 10% quindi non di quella al 21% che è ordinaria, non di poco conto perché parliamo di meno della metà. Quindi da considerare anche la riduzione del 30% rispetto a quella standard per quanto concerne il pagamento dell’IRPEF.
Basterebbero già queste due opzioni per prediligerlo. Dopo la scadenza dei tre anni il conduttore, mediante avviso specifico, può recedere dal contratto, ovviamente bisogna seguire comunque i sei mesi prima per la notifica. In caso di vendita però il conduttore può comunque avvalersi del diritto di prelazione. Quindi ci sono pro da ambo le parti, non solo in termini puramente economici.