Al momento della stipula del contratto di affitto l’inquilino deve versare la caparra. Scopriamo se e quando sarà restituita.
All’interno del contratto di affitto è inserita una clausola che prevede il versamento da parte dell’inquilino di un deposito cauzionale, conosciuto con il termine più popolare di caparra.
Si tratta di una somma di denaro versata come garanzia e tutela il locatore dagli eventuali danni che l’inquilino potrebbe arrecare all’immobile. La legge stabilisce che la caparra dovrà essere restituita all’inquilino alla fine della locazione. Ma è davvero così?
Contratto di affitto e caparra: come funziona secondo la normativa vigente
La normativa di riferimento in tema di locazione è la legge 392/1978 (legge dell’equo canone) il cui articolo 11 specifica che la caparra non potrà essere superiore a tre mensilità del canone di affitto.
Invece, per quanto riguarda il deposito cauzionale bisogna riferirsi all’articolo 13 della legge 431/1998. L’articolo stabilisce la nullità del deposito cauzionale, se le parti si accordano privatamente sul canone di locazione rispetto al contratto. In pratica, poiché la caparra si quantifica sulla base del canone annuo indicato nel contratto di affitto, se gli accordi sono diversi non è dovuto il deposito cauzionale.
Inoltre, è utile sapere che ogni anno sul deposito cauzionale maturano degli interessi che devono essere corrisposti all’inquilino alla fine di ogni anno. Oppure, se l’inquilino lo richiede, potranno essere restituiti al termine del contratto di affitto in una unica soluzione.
Allo scadere del contratto di affitto, qualora non fosse rinnovato, il locatore dovrà restituire la caparra nello stesso momento in cui l’inquilino consegna le chiavi. Almeno è questo ciò che in teoria dovrebbe succedere in teoria, perché la realtà è diversa. Infatti, occorre un po’ più di tempo, al massimo 30 giorni, perché il locatore ha il diritto di verificare se l’inquilino ha pagato ciò che gli competeva e le condizioni in cui ha lasciato l’immobile. Tuttavia, la restituzione non è scontata perché il locatore può trattenere la caparra nei seguenti casi:
- Danni arrecati all’immobile;
- Mancato pagamento del canone di affitto o delle spese condominiali.
Però, la somma non può essere trattenuta in automatico perché, come è spiegato sul sito del sindacato inquilini AIDA, Associazione inquilini diritti dell’abitare, il locatore dovrà presentare una apposita domanda giudiziale. Poi, sarà il giudice ad accertare la presenza di danni all’immobile lamentati dal proprietario, quantificando l’esatto importo. Comunque sia, questa eventualità deve essere inserita nel contratto di affitto. Infine, qualora il locatario abbia trattenuto ingiustamente il deposito cauzionale, l’inquilino ha 10 anni di tempo dalla fine del contratto per richiedere la somma dovuta.