Con il riscaldamento autonomo non puoi accendere i termosifoni quando vuoi: la legge è cambiata, scattano le multe

Riscaldamento autonomo, non sottovalutare le normative in vigore. L’accensione deve seguire delle regole precise.

In moltissime case al posto dei termosifoni dipendenti dalla caldaia centralizzata tipica dei condomini, esistono gli impianti autonomi di riscaldamento. Questo sistema di gestione e funzionamento consente degli indubbi vantaggi per il consumatore. Innanzitutto la possibilità di usare i termosifoni con maggiore libertà, secondo le esigenze personali.

Ci sono poi dei risparmi sui costi di manutenzione generale, e in particolare sulla dispersione tipica degli impianti centralizzati. Inoltre con le caldaie autonome è possibile agire quando le temperature sono più alte, evitando così sprechi inutili. Detto questo sembrerebbe che gli impianti autonomi gestibili senza limitazioni dai proprietari. In realtà non è così, esistono norme che vanno rispettate, pena multe severe.

Riscaldamento autonomo, le leggi da seguire

Il grande vantaggio di un impianto autonomo è l’indipendenza dai regolamenti condominiali che possono indicare orari di accensione e spegnimento dei termosifoni, temperature e in generale la gestione dell’intero sistema. Questo purtroppo è una della cause principali di tensioni e liti tra i condomini. Quindi la scelta dell’impianto autonomo sembra premiare chi lo installa in casa.

riscaldamento autonomo periodi e temperature di accensione
Caldaia del riscaldamento autonomo, quando avviarla – designmag.it

Tuttavia, esistono norme che vanno rispettate. Si tratta delle limitazioni dei consumi energetici in termini di legge, cioè della normativa nazionale che suddivide il territorio in zone climatiche in base alle temperature medie invernali. Queste aree vanno dalla A, la più calda, alla F, la più fredda, e al loro interno la legge indica i periodi di accensione degli impianti, con il numero massimo di ore al giorno.

Per esempio nella zona F, non ci sono limitazioni all’accensione (sono le aree più fredde delle Alpi e degli Appennini, le province di Cuneo, Belluno e Trento più alcuni Comuni abruzzesi). Mentre nella zona E, con numerose province dell’Italia settentrionale, i termosifoni si accendono dal 15 ottobre al 15 aprile per ben 14 ore al giorno. Al contrario la zona più calda è la A (con Linosa, Lampedusa, Porto Empedocle) con accensione dal 1° dicembre al 15 marzo, per 6 ore al giorno.

Oltre alla legge nazionale poi esistono anche delle deroghe comunali, che consentono l’accensione in occasione di particolari ondate di gelo. Questa legislazione serve a contenere i consumi energetici e a tutelare l’ambiente. Quindi anche chi possiede un impianto autonomo deve rispettarle. Oltre a queste regole ci sono poi le leggi che indicano le temperature massime consentite per gli impianti.

Infatti esiste una soglia oltre la quale non è possibile riscaldare gli ambienti. In appartamenti ed edifici la temperatura massima è di 20 gradi con una tolleranza di 2 gradi. A questo punto rirdiamo che sanzioni per il mancano rispetto delle norme va da 500 a 3mila euro, oltre alla possibilità di incorrere in multe dagli enti locali, come il Comune.

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