Compravendita case: arriva la tassa extra e le famiglie tremano, quanto paghi

Arriva una nuova tassa extra sulla compravendita degli immobili a cui bisogna prestare massima attenzione per evitare problemi. 

La questione è delicata e riguarda, nello specifico, la vendita degli immobili che hanno utilizzato il bonus del 110%. Questo infatti da un lato può essere un beneficio e dall’altro può comportare rischi fiscali per chi non si adegua alla normativa relativa.

Chi si trova nella condizione di vendita di un immobile che ha utilizzato il Superbonus deve fare molta attenzione o invece di ottenere un beneficio rischia di avere un problema enorme. Infatti è plausibile che subentrino dei rischi dal punto di vista fiscale dal momento che il rinnovamento di una casa con beneficio economico e la successiva vendita, quindi andando ad ottenere un profitto maggiore rispetto a quanto altrimenti previsto, potrebbe risultare una questione non da poco agli occhi dell’Agenzia delle Entrate tanto da essere configurata come attività d’impresa.

Compravendita case: la tassa che fa tremare le famiglie

Questa infatti viene determinata ogni qualvolta vi sia un’operazione economica rilevante, la legge 213 infatti ha introdotto alcuni dettagli importanti che sono andati a inficiare direttamente l’utilizzo del bonus e quindi anche i successivi anni dopo l’uso. Gli immobili che sono stati ristrutturati e che quindi hanno ottenuto un beneficio economico di questo tipo, saranno soggetti a tassazione relativamente alla plusvalenza (quindi una tassa da corrispondere per quella maggiorazione economica ottenuta dopo i relativi lavori).

le famiglie tremano, quanto paghi
Tassa extra sugli immobili, quando si paga (designmag.it)

Il governo dunque ha previsto questa sovrattassa che si figura nella misura del 26% sulla plusvalenza che viene realizzata dopo la ristrutturazione per coloro che decidono di vendere nei 10 anni successivi ai valori (questo perché il bonus viene appunto corrisposto in rate annuali nei successivi 10 anni). Tale tassa però non si applica alla vendita della prima casa e sono comunque previste esenzioni apposite.     

L’obiettivo è chiaro, impedire che coloro che hanno utilizzato in questi anni il Superbonus, soprattutto nella misura piena, abbiano pensato di farlo sfruttando l’occasione per poi ottenere un beneficio economico diretto. Tale bonus è stato previsto e pensato per aiutare le famiglie a fare quei lavori di miglioramento della casa che potessero dare un impatto positivo e anche sostenere le variazioni fondamentali in ottica di risparmio e miglioramento energetico.

Non sono state strutturate per agevolare la compravendita delle case o per dare seguito alla speculazione. Sono invece esentati dalla tassa gli immobili che risultano in successione o donazione, quelli che hanno avuto agevolazioni inferiori come ad esempio il Superbonus al 70% e che non rientrano nella relativa tassazione. Il fine ultimo di questa decisione è evitare la speculazione immobiliare e dare a tutti la possibilità di beneficiare di questi bonus per il miglioramento della propria casa.

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