Come arredare casa senza l’aiuto di un professionista: con la regola del 3 sarà semplice e divertente

Non è detto serva un professionista per arredare al meglio casa, la “Regola del 3” può essere un aiuto davvero utile. Ecco in cosa consiste.

Arredare casa può essere un’occasione per dare sfogo alla propria creatività e soddisfare una serie di sogni che si avevano nel cassetto da tempo, pur dovendo coniugare spesso questo aspetto con il budget che si ha a disposizione. A volte però l’indecisione può comunque esserci, specialmente se non lo si è mai fatto prima e non si sa bene come poter gestire gli spazi, per questo ci sarebbe l’intenzione di rivolgersi a un professionista, in grado di dare i consigli più giusti.

Un architetto ha però un costo che può non essere indifferente, per questo sarebbe bene riuscire ad agire in autonomia, senza comunque dover fare grosse rinunce. Chi pensa di essere costretto a desistere in partenza non deve temere, c’è un metodo che può essere davvero provvidenziale in casi simili, anche se non tutti potrebbero conoscerlo. Si tratta della “Regola del 3”, che può rendere questo momento anche divertente.

Non sai come arredare casa? La “Regola del 3” ti aiuta

Gli stili che si possono scegliere quando si è intenti ad arredare casa possono essere diversi, non è detto che si preferisca necessariamente uno rispetto a un altro. Anzi, in alcuni casi se ne possono unire anche più di uno e creare un ambiente che può essere comunque piacevole. In caso di indecisione c’è un metodo che tanti stanno sperimentando e che si sta rivelando utilissimo in questi casi, la “Regola del 3”.

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Non sai come arredare casa? La “Regola del 3” ti aiuta – Designmag.it

Si tratta di una tendenza che è arrivata da noi ma che ha avuto origine negli Stati Uniti, che ha reso soddisfatto chi ha deciso di applicarla. Come si può dedurre dal nome, questa invita a raggruppare le cose in gruppi di tre, con la convinzione che questo le renda piacevoli alla vista e possa creare uno spazio più equilibrato. Non si deve pensare di sfruttare questo principio solo per oggetti simili, anzi se si segue questa teoria per qualcosa di diverso tra loro l’effetto può essere ancora migliore.

È ideale, ad esempio, seguire una scala, combinando così qualcosa di più alto con altro di più piccolo. Se si nota invece uno spazio vuoto, è possibile riempirlo unificando tre elementi di forme e dimensioni diverse, come una sedia, un tavolino e un’opera d’arte. In alternativa, chi li ama può sostituire uno di questi con un tappeto, adatto in genere in salotto.

Chi invece vorrebbe avere qualcosa di più formale ed elegante, adatto magari anche per gli uffici, potrebbe affiancare un oggetto a due mobili uguali o della stessa scala, come due poltrone con un tavolino tra di loro in una finestra a bovindo o un divano e due poltrone nel soggiorno.

Non si deve però trascurare anche il ruolo svolto dalla luce, determinante in ogni stanza. Anche in questo caso dovrebbero essercene tre, ma non significa avere necessariamente tre tipi di luci. È possibile invece sfruttare il metodo puntando su tre diversi stili di illuminazione. Farlo non è difficile, oltre al lampadario più grande si può mettere una lampada, utile magari la sera quando si guarda la Tv, e una plafoniera, che può essere suggestiva.

Insomma, può bastare davvero poco per creare qualcosa di speciale, a quel punto saranno gli ospiti a individuare i gruppi di tre presenti.

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