L’arte di arredare con stile sta nel togliere, nel rendere semplici gli spazi senza banalizzare, per creare armonia in casa a volte bisogna eliminare oggetti, non aggiungerne. Ad aggiungere sono bravi tutti, lo sosteneva pure Bruno Munari e nelle sue parole c’è tanta verità.
Se vuoi la casa perfetta devi agire come lo scultore che toglie la pietra lasciando l’opera d’arte
Avete mai letto il brano del noto designer, scultore e scrittore Bruno Munari dal titolo “Complicare è facile, semplificare è difficile“? Ve lo riproponiamo, così potrete riflettere anche voi sulle sue parole illuminanti.

“Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.
Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode… La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte”.
Quanta verità in queste parole di Bruno Munari?
Complicare è facile, semplificare è difficile
Munari con la sua affermazione intendeva mettere in luce la sfida intrinseca nel processo di semplificazione che può essere avviata a qualsiasi livello del vissuto. Dal modo in cui ci si relaziona al prossimo al metodo che si ha di lavorare, allo stile che si sceglie per arredare la propria casa.

Complicare qualcosa richiede spesso poco sforzo. Si possono aggiungere elementi, dettagli e rendere l’ambiente complesso e carico senza troppa riflessione. Al contrario, semplificare richiede una profonda comprensione dello spazio e degli oggetti in questione, perché implica l’identificazione degli elementi essenziali e l’eliminazione del superfluo.
La semplificazione richiede analisi, creatività e capacità di sintesi, poiché bisogna mantenere la sostanza e il significato senza perdere l’essenza.
Less is more, anche Van der Rohe insegna che la sottrazione è un atto creativo
In un mondo in cui siamo spesso sommersi da informazioni e dettagli, la capacità di semplificare può portare non solo a una comunicazione più chiara ed efficace con gli altri, ma anche alla scelta di design più funzionali e ambienti più armonici magari seguendo il minimalismo caldo di tendenza in questo periodo.

In definitiva anche la semplicità è una scelta, l’essenzialità non deve essere vista come una sottrazione ma come l’espressione di ciò che è davvero importate, al di là dei trend da caos organizzato. Così come Van der Rohe che indica nel famoso aforisma “Less is more” (meno è di più) la sua visione del design: un approccio minimalista che incarna anche la bellezza.