Cesare Cremonini noto cantautore, innamorato com’è della sua Bologna, ha scelto di rappresentare le sue radici attraverso la sua casa.
Pochi giorni fa, sul suo canale Instagram, Cesare Cremonini ha postato un video in cui suona la fisarmonica nella sua casa d’infanzia, a Maratea (Potenza) in Basilicata. Ha preso lezioni di fisa e scrive “mi fa godere faticare con gli esercizi”. Vuole che il sogno di usare il nuovo strumento inizi proprio nella casa dove ha composto la prima canzone, a 15 anni. E’ fatto così, ha bisogno di stare vicino ai luoghi della storia della sua vita per riuscire a cantare e sinora ci è riuscito benissimo.
Il successo gli arriso da giovanissimo, tanto che ha scritto le prime canzoni sui banchi del liceo. Abita in un palazzo arancione che guarda verso l’asilo dove lo portavano da bambino. E’ un ex convento che un piano di recupero ha trasformato in appartamenti, con una scuola. Inevitabilmente, Cesare da ragazzino ha fatto le medie proprio lì. Gli basta dare un’occhiata dalla finestra, come racconta in un’intervista, per vedersi ancora bambino. Si è comprato dapprima due camere e poi tutto il piano.
Cesare Cremonini abita nell’edificio in cui ha frequentato le medie
Fortuna ne ha avuta tanta, nei suoi vent’anni e oltre di carriera, dai tempi dei Lunapop, la band che l’ha lanciato, durata solo due anni per poi sciogliersi. Poi è stato sempre e soltanto solista, in un dialogo costante però con i miti che hanno accompagnato la sua evoluzione di cantautore. Innanzitutto, Lucio Dalla, e inevitabilmente i Beatles, Bob Dylan e altri.
La passione per la musica si è scatenata rapidamente in lui, ancora bambino, per farsi sentire dalle note del pianoforte nero che ha avuto all’età di sei anni. Nelle sue interviste sottolinea che la musica lo ha guidato, più che salvato. Ne ha avuto bisogno, per il dolore provato per la morte di suo padre. E per la sofferenza psichica. Gli è stata fatta una diagnosi di schizofrenia, malattia dalla quale si è ripreso.
Le sue due case lo ispirano con il calore dei migliori ricordi
Assieme a Giulio Rosk, uno street artist siciliano, ha lanciato il progetto Io vorrei…, dal titolo di una sua canzone, per creare quattro murales che diventeranno opere d’arte permanenti nelle periferie delle città di Roma, Napoli, Palermo e Firenze. Il progetto si concretizza con la collaborazione delle famiglie e degli insegnanti delle scuole. E’ un modo, come ha spiegato Cremonini, per andare oltre le barriere della musica e star vicino ai ragazzi del futuro. Si tratta appunto di quattro gigantografie di volti di bambini che guardano chi passa per la strada.
Non si può vivere appieno la vita, sostiene, se non ci si dedica agli altri. L’iniziativa nasce da questo desiderio di solidarietà e dal bisogno di esplorare a questo scopo il linguaggio urbano. L’attenzione alle emozioni e la sensibilità alla sofferenza altrui si sono alimentate dello studio della musica classica, che Cesare ha praticato da bambino. Seguendo appunto il percorso che si propone a tutti i pianisti in erba. E così si è cimentato con brani di Mozart, Chopin, Beethoven, con tutto lo sconforto che si può provare per la propria inadeguatezza.
La prima grande emozione pubblica è stata per lui la caduta del muro di Berlino, celebrata un anno dopo dal concerto di Rogers Waters, che nella capitale tedesca ha cantato The Wall. E’ stata un’esperienza di maturazione e di apertura agli eventi storici, perché, come ha affermato il cantautore, “ci sembrava di sentire la musica del mondo”. Di qui l’entusiasmo per proseguire a petto in fuori e spalle larghe, per offrire agli altri le proprie canzoni.