Catasto, casa e terreni: la riforma cambia tutto e devi sbrigarti ad affrontare i nuovi problemi

Chi ha casa e terreni o desidera investire nel mattone si troverà di fronte a novità non propriamente piacevoli.

Siamo nel bel mezzo di una transizione green che inevitabilmente ricadrà anche sugli edifici; a parte questo, però, sono anni che i vari Governi tentano una riforma del Catasto. La eventuale riforma, com’è intuibile, andrebbe a pesare (ancora una volta) nelle tasche dei cittadini, ecco perché le varie fazioni politiche non trovano quasi mai un accordo.

Recentemente è stata approvata la riforma fiscale ma per fortuna il Catasto (per case, fabbricati e terreni) non sembra aver subito importanti modifiche. Sostanzialmente, il Governo ha apportato qualche variazione, scongiurando – almeno per il momento – l’ennesima “mazzata” economica a danno dei proprietari.

Cosa prevede la nuova riforma fiscale per chi possiede case e terreni

I punti principali su cui il Governo ha agito sono sostanzialmente tre: le aliquote Irpef, la residenza fiscale e l’area non tassabile. Per quanto riguarda il primo punto della riforma su case e terreni, si prevedono leggere revisioni alle aliquote, ma nel Catasto non cambia niente.  Anche le nuove regole sulla residenza fiscale non vanno ad impattare molto, mentre una nota positiva arriva dalla “no tax area”, ovvero la soglia di reddito al di sotto della quale non si devono versare le tasse.

nuovi obblighi green su case e terreni
Trasformare un edificio rendendolo sostenibile costerà tanti soldi ai proprietari di case e terreni Designmag.it

Se da una parte il Catasto è “salvo”, però, non dobbiamo dimenticare che adesso in gioco c’è la Classe Energetica degli edifici. Qui non valgono le decisioni dello Stato, ma quelle imposte dall’UE. Nella riforma fiscale, infatti, si menziona proprio la sostenibilità e l’efficienza energetica delle abitazioni, fabbricati ed edifici e presto chi ha delle proprietà dovrà fare bene i conti.

A partire dai primi progetti ideati da Draghi, insomma, la volontà sembra più quella di regolarizzare il Catasto e di colmare quei “vuoti” creatisi col trascorrere degli anni. In alcuni casi la semplificazione delle tasse – come la cedolare secca anche sugli immobili non abitativi – potrebbe agevolare Stato e cittadini, ma dall’altra sono in arrivo aumenti sulle tasse agricole.

Non appena le regole imposte dall’UE diventeranno stringenti, e mancano pochi anni, i proprietari di case dovranno considerare le penalizzazioni previste per chi non ha un edificio di Classe alta. In pratica, tutte le case dovranno salire almeno alla classe D – e poi E – entro i prossimi 5 anni.

Questo significa dover investire molti soldi per le ristrutturazioni, per l’installazione di impianti fotovoltaici eccetera. Chi non avrà aderito alle nuove regole vedrà svalutare l’immobile, e addirittura potrebbe anche non poterlo vendere o affittare. Insomma, la riforma del Catasto ormai è cosa passata, perché tanto c’è la transizione green che metterà mano alle tasche degli italiani.

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