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Normative

Casa: spunta la tassa in più, cifre pesanti per i proprietari

Attenzione alla ‘tassa’ sulla casa che non tutti conoscono: si rischia si spendere cifre importanti per questo errore.

Le detrazioni rese disponibili dai vari governi che si sono susseguiti hanno consentito senza ombra di dubbio di poter effettuare una serie di interventi che con tutta probabilità non si sarebbero potuti realizzare. Dalla ristrutturazione al restauro, dall’efficientamento energetico alle opere in giardino fino all’acquisto di mobili ed elettrodomestici, i cittadini hanno beneficiato di importanti risparmi, concretizzati sotto forma di detrazioni sulla base della capienza Irpef del contribuente stesso.

Ma, nel caso del Superbonus 110%, si è andati oltre questo sistema consentendo alle persone di effettuare opere a costo azzerato o quasi. Oggi il Superbonus non esiste più, cancellato dal governo Meloni, ma vi è il rischio di ritrovarsi a pagare una sorta di tassa sulla casa decisamente poco conosciuta. Una spesa che fa capo proprio agli interventi pregressi e che è bene analizzare con attenzione perché ci si potrebbe ritrovare a dover versare somme molto importanti.

Casa e imposte, la tassa poco conosciuta ma molto costosa

Ci troviamo dunque di fronte ad un’imposta molto diversa dall’imu o dalla tari, che riguardano tutti i proprietari di immobili (seconde case per quanto riguarda l’imu e abitazioni o altri fabbricati che potrebbero produrre rifiuti nel caso della tari), riguardante invece le condizioni o meglio i vincoli del Superbonus. Facciamo un esempio: se una persona ha acquistato nel 2018 un immobile da adibire a prima casa beneficiando nel 2023 del Superbonus per effettuare i lavori, il dubbio che sorge è quello legato alle possibilità di vendita dell’immobile stesso.

Tasse sulla plusvalenza, cosa sono e come si calcolano (designmag.it)

Infatti nel caso di abitazione oggetto di interventi di riqualificazione al 110% vi sono specifiche regole in vigore dal 1° gennaio 2024. Se la vendita di tale immobile avviene prima che, dalla data di conclusione dei lavori, siano trascorsi dieci anni, occorrerà pagare le tasse sulla plusvalenza. Come? Calcolando la plusvalenza stessa andando a tenere conto o meno del maggior valore legato ai lavori stessi, il tutto a condizione che le opzioni per cessione del credito o sconto in fatture siano esercitate.

Dalla plusvalenza però restano esclusi tutti gli immobili che sono stati acquisiti per successione oltre alle abitazioni adibite a prima casa; in questo secondo caso questo vale per la maggior parte dei dieci anni che precedono la cessione. Oppure per la maggior parte del periodo che intercorre tra la data di acquisto/costruzione e la cessione, nel caso in cui sia trascorso un lasso di tempo inferiore a dieci anni.

Daniele Orlandi

Giornalista pubblicista dal 2012, ho collaborato con giornali cartacei e online, come social media manager e al coordinamento di redazione. Appassionato di musica, ambiente, architettura e arredamento.

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Daniele Orlandi