Casa prefabbricata o da assemblare, il Fisco chiarisce l’aliquota IVA da pagare e non è il 10%

L’Agenzia delle Entrate chiarisce in riferimento alle case prefabbricate e da assemblare quale sia l’effettiva IVA da versare. Attenzione a non sbagliare.

Anche qui da noi sono sempre più diffuse case prefabbricate o da assemblare -soprattutto in zone di montagna o come strutture accessorie in giardino- e la normativa a riguardo prevede anche in questo caso il versamento dell’IVA. Attenzione però perché il calcolo dell’imponibile non è fisso al 10% come si era soliti pensare, ma di fatto cambia a seconda dei casi.

Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con una recente circolare, la 246 del 2024, nella quale si è espressamente occupata di definire quello che regime IVA applicabile nelle case prefabbricate o pezzi di assemblamento delle stesse.

Il punto centrale della circolare è che l’IVA va calcolata a seconda del contratto stipulato, il che significa che il totale da versare cambia nel momento in cui si ha a che fare con un immobile prefabbricato o se, invece, è affidato con pezzi da assemblare.

L’IVA sulle case prefabbricate e da assemblare, l’importanza del contratto di acquisto

Secondo quanto riportato dall’AdE, nel caso in cui si tratti di abitazioni da assemblare l’aliquota IVA da applicare è quella ordinaria del 22%. Quando il cliente acquista pezzi prefabbricati che poi dovrà provvedere a montare, l’operazione contrattuale rientra nella cessazione dei beni, per la quale la legge prevede appunto un aliquota IVA del 22%.

pezzi di casa da assemblare
L’IVA sulle case prefabbricate e da assemblare, l’importanza del contratto di acquisto -designmag.it

L’aliquota ridotta del 4% o del 10% va applicata solo se il contratto prevede progettazione, costruzione e consegna di una casa pronta all’uso. Insomma, un contratto da chiavi in mano. Diventa quindi fondamentale il contratto di compravendita con i costruttori.

Il chiarimento si è reso necessario proprio in virtù di un mercato sempre più in crescita che però non è lasciato a sé stesso e anzi prevede regole ben precise. Un boom che  determinato dalla versatilità di queste abitazioni ma anche dal loro più ridotto impatto ambientale e il loro prezzo decisamente più ridotto rispetto alle altre abitazioni.

Ma che sia in montagna come nel giardino di casa è bene conoscere a fondo le regole fiscali che pure si applicano in questi casi. Il chiarimento in questo caso è arrivato dall’Agenzia delle Entrate in quanto interpellata su uno specifico caso, ma non è improbabile che presto arrivi una normativa ad hoc da parte della politica che vada a definire meglio le regole fiscali e non da applicare a questo settore immobiliare in espansione.

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