La legge può risolvere i problemi che spesso scaturiscono con la comproprietà: basta liquidare la propria quota
Spesso, la gestione di proprietà immobiliari condivise può risultare problematica, specialmente quando ci sono divergenze tra i comproprietari.
Come per esempio il caso di un comproprietario che assieme ai suoi fratelli a sua madre condivide un immobile con annesso terreno, ricevuto in eredità dal padre. Se per caso volesse vendere la casa per poi suddividere il ricavato, tenendo conto che all’interno della casa vivono la madre e la sorella, come può fare?
La legge italiana offre strumenti chiari per affrontare e risolvere situazioni di questo tipo. Quando i comproprietari non riescono a trovare un accordo amichevole, è possibile ricorrere al Tribunale per chiedere il frazionamento del bene in comune. Questa procedura è regolata dagli articoli 784 e seguenti del Codice di Procedura Civile.
Cosa dice la normativa vigente? Frazionamento o vendita, le differenze
Il frazionamento consiste nella suddivisione fisica della proprietà in parti separate, permettendo a ciascun comproprietario di ottenere una porzione distinta dell’immobile. Questo processo richiede l’intervento di un perito, nominato dal Tribunale, che valuterà come dividere l’immobile in modo equo e funzionale.
Se il frazionamento non è possibile – ad esempio perché la natura dell’immobile non lo permette o perché economicamente non conveniente – si può procedere con la vendita dell’intera proprietà. Anche in questo caso, sarà il Tribunale a gestire la procedura. La vendita avviene solitamente tramite asta giudiziaria.
Le vendite all’asta possono essere onerose. I costi della procedura devono essere anticipati dal richiedente, ovvero dalla persona che ha avviato l’azione legale. Inoltre, il prezzo di vendita all’asta è spesso inferiore al valore di mercato dell’immobile, comportando una possibile perdita economica per tutti i comproprietari.
Prima di intraprendere qualsiasi azione legale, è fondamentale considerare attentamente le implicazioni economiche e pratiche. Rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto immobiliare può fornire una chiara comprensione delle opzioni disponibili e delle loro conseguenze. Un esperto potrà assistere nella valutazione del bene, nella preparazione della documentazione necessaria e nella gestione dell’intero processo legale.
Un’altra opzione a disposizione del comproprietario insoddisfatto è la vendita della propria quota di proprietà. Anche se può sembrare una soluzione semplice, ci sono alcuni aspetti da considerare:
- Diritto di prelazione: Gli altri comproprietari hanno il diritto di prelazione sulla quota messa in vendita. Questo significa che, prima di poter vendere a terzi, deve essere offerta agli altri comproprietari alle stesse condizioni.
- Trovare un acquirente: Vendere una quota indivisa di una proprietà può risultare difficile, poiché non tutti gli acquirenti sono interessati a diventare comproprietari con altre persone, specialmente se non esiste un accordo chiaro sulla gestione dell’immobile.
- Valutazione della quota: È essenziale far valutare la propria quota da un perito per stabilire un prezzo di vendita realistico. Questo aiuta a evitare controversie con gli altri comproprietari e con eventuali acquirenti.
Se decide di vendere la sua quota, dovrà notificare agli altri comproprietari la sua intenzione di vendere, specificando il prezzo e le condizioni. Se gli altri comproprietari rinunciano al diritto di prelazione, potrà procedere con la vendita a terzi.