Per prendere una casa in affitto è necessario attivare le utenze di luce, gas e acqua: questo onere spetta al proprietario o al locatario?
Quando decidiamo di prendere una casa in affitto dobbiamo valutare diversi fattori. Ad esempio il costo mensile, lo stato dell’appartamento, la zona in cui sorge, fino ad arrivare alle utenze. Per poter vivere in una casa, infatti, abbiamo bisogno di luce, gas e acqua.
Nella maggior parte dei casi, andare in affitto significa subentrare a qualche precedente locatario. Dunque in una casa in cui le utenze sono già allacciate e devono essere soltanto trasferite a nome di un nuovo intestatario.
Vi è poi il caso in cui le utenze devono essere allacciate ex novo. Ciò può capitare ad esempio quando si affitta un immobile nuovo o appena ristrutturato, oppure un alloggio che non era mai stato affittato prima.
A chi spettano i costi per l’attivazione delle utenze quando si prende una casa in affitto?
I costi per il passaggio ad altro intestatario e per l’attivazione delle utenze, però, sono molto diversi. Nel secondo caso, infatti, si parla di un onere economico decisamente più alto. Ma a chi spetta? Verrebbe da chiedersi.
Ebbene, la legge in materia parla chiaro. L’allaccio delle utenze, infatti, spetta al proprietario dell’immobile e non al locatario. Al quale invece spetterà l’onere di pagare le bollette (con la domiciliazione bancaria, ad esempio, si può risparmiare tantissimo). A stabilirlo è l’articolo 1575 del Codice Civile, in cui si afferma che il proprietario di un immobile ha l’obbligo di “mantenere la cosa locata in stato da servire all’uso convenuto“.
Ma guardiamo anche a un’altra evenienza: cosa succede se subentriamo in una casa in cui il precedente affittuario non ha pagato le utenze? In questo caso fare una voltura o un subentro potrebbe risultare complicato.
I contatori, ad esempio, potrebbero essere bloccati per morosità e, nonostante il nuovo locatario non sia tenuto in alcun modo a pagare il debito di quello precedente, riattivare le utenze potrebbe essere difficile. Le compagnie che erogano i servizi, ad esempio, potrebbero rifiutarsi di fare una voltura. A questo punto le soluzioni potrebbero essere due.
Da una parte il proprietario potrebbe assumersi l’onere di saldare il conto insoluto del precedente proprietario. In alternativa si potrebbe procedere a una cessazione amministrativa. In questo caso il fornitore è tenuto a chiudere il contratto, così che il nuovo locatario (o meglio, il proprietario) possa riattivare le utenze con un nuovo fornitore, assumendosi nuovamente i costi dovuti.