Il Governo Meloni ha già anticipato una prossima stretta sui bonus edilizi, ma oltre a questo aumentano i controlli, ed è panico.
Si dal suo insediamento, la premier Meloni ha annunciato una “linea dura” coi vari “furbetti” che in Italia agiscono contro la Legge e che alla fine ledono i diritti dei cittadini. Una delle prime azioni in questo senso è stata effettuata in merito alla riforma del reddito di Cittadinanza, divenuto troppo costoso a causa dell’erogazione a soggetti cui non spettava. Oggi sembra che con l’Adi tutto sia tornato alla normalità: non esistono più i “nullafacenti sul divano”, non si è più venuto a sapere di frodi ai danni dello Stato e le famiglie bisognose stanno ricevendo comunque degli aiuti economici.
Adesso gli obiettivi del Governo sono quelli di combattere le frodi fiscali, aumentate dopo l’attivazione di alcune tipologie di bonus, soprattutto quelli edilizi. La Guardia di Finanza, dopo intense indagini, sta scoperchiando “il vaso di Pandora” e sono già iniziati i primi sequestri. Ecco cosa sta succedendo e chi deve stare molto attento.
Sono diversi mesi che la Guardia di Finanza sta indagando su due bonus in particolare, ovvero l’ecobonus e il bonus facciate. In tutto il territorio nazionale si sono perpetrate truffe da centinaia di milioni di euro, ma adesso i nodi stanno venendo al pettine. Le Autorità hanno scoperto per adesso una quantità incredibile di truffe e si stanno attuando i primi procedimenti penali, nonché i sequestri delle opere in oggetto e delle documentazioni fraudolente. Attualmente, si parla di un volume di affari illeciti incredibilmente alto: 1 miliardo di euro.
Secondo quanto dichiarato dalle Autorità, “Alcuni dei soggetti coinvolti risultavano essere percettori del Reddito di cittadinanza. Altri invece vantano precedenti penali. Altri ancora avevano generato dei crediti con soggetti dal legame di parentela”. I criminali hanno ordito le truffe più assurde per ottenere i crediti d’imposta, di fatto riscuotendo denaro per lavori mai eseguiti, e presenti solamente su carta. Tutto è partito dalla scoperta di fatture false inerenti lavori di ristrutturazione inesistenti su immobili situati nella città di Savona, ma ben presto le Autorità hanno scoperto che si trattava di una situazione di larga portata, attuata in tutta Italia.
Al momento, sono ben 10 le regioni coinvolte: Liguria; Piemonte; Veneto; Lombardia; Trentino Alto Adige; Toscana; Emilia Romagna; Lazio; Campania e Puglia. Un’operazione imponente, dunque, che sta portando alla luce una serie di truffe forse mai vista prima, ed è un’ottima notizia perché significa che nel nostro Paese la Giustizia funziona ancora.