In cucina non può mai mancare un rotolo di carta stagnola, ma se la si usa nel modo sbagliato può diventare pericolosa.
Come per il sale e lo zucchero sui ripiani della cucina non manca mai una scorta di carta stagnola. Quando ci sono degli avanzi da conservare per il giorno dopo o un panino da incartare per il pranzo al sacco è davvero un alleato prezioso. Basta uno strato ben aderente e il cibo si conserverà senza problemi fino al momento in cui lo si potrà consumare, almeno entro le 24 ore.
Alcuni ne fanno uso anche per preparare alcuni piatti, ricoprendovi gli alimenti prima di metterli a cuocere in forno. Si tratta di una tecnica pensata per sfruttare al meglio il calore del forno dato che tra i pregi dell’alluminio c’è quello di essere un ottimo conduttore di calore. Il cibo quindi si scalda presto e in maniera uniforme, senza rischiare che rimangano delle parti crude.
Anche se ormai è una tecnica diffusa però non tutti i cibi vi risultano idonei, in quanto l’alluminio in certe condizioni potrebbe cedere sostanze tossiche. Per capire in quali casi sia meglio evitare di usarla bisogna considerare sia la temperatura a cui avviene la cottura che il tipo di alimento.
Quando è pericoloso usare la carta stagnola con i cibi
Prima di tutto proprio la capacità dell’alluminio di trasmettere bene il calore diventa un grosso problema se il forno supera i 200°C. Il foglio sottile di stagnola non è più stabile e può fondere o carbonizzare, trasferendo delle particelle al cibo che ricopre. Se poi si sta cucinando della carne marinata questo contribuirà a favorire questo processo, così come il contenuto di sale.
Aceto, succo di limone e in generale i dressing acidi infatti sono corrosivi per la carta stagnola, tanto che il risultato può addirittura avere un retrogusto metallico. In questo caso conviene ricorrere piuttosto a delle teglie o vaschette in alluminio progettate per l’utilizzo in forno, così da cucinare con maggiore sicurezza.
Il problema del contatto fra cibi acidi o salati si presenta anche quando questi rimangono per un periodo prolungato a contatto con la stagnola. Ad esempio un panino con pomodoro e tonno non dovrebbe stare avvolto nell’alluminio per troppo tempo, o finirà sua volta con accumularne una parte. L’organismo è in grado di eliminarlo, ma solo se non lo assume in modo costante.
Per conservare i cibi quindi conviene piuttosto ricorrere a dei contenitori coperti in vetro o ai tupperware ermetici quando li si ripone in frigo. L’esposizione all’alluminio non avviene infatti solo tramite i cibi ma anche con alcuni prodotti cosmetici.