Se cambi l’uso d’abitazione potrai guadagnare tantissimi soldi e risparmiare ulteriore denaro: ecco il trucco burocratico che ti serve.
A cosa si fa riferimento, quando si parla di cambio di destinazione d’uso? Sostanzialmente si tratta di una procedura burocratica e catastale che consiste nella variazione di utilizzo di un determinato immobile. Per esempio, questo può essere tramutato in un immobile adibito ad uso abitativo. Ma ci sono naturalmente anche tanti altri modi di utilizzarlo.
Questo uso ad abitazione può anche passare come magazzino, e viceversa. Ed è proprio qui che verrà evidenziato il risparmio che si può ottenere da questo passaggio. Passaggio per il quale non servirà granché, se non tanta pazienza e soprattutto tanto tempo a disposizione. Il motivo? Le solite tempistiche della burocrazia, non propriamente “amiche” di chi ha fretta.
Il cambio di utilizzo di un immobile può portare ad un risparmio significativo in termini di tasse. Prima di effettuare questo cambio, dovranno essere svolti vari step. Il primo sarà sicuramente quello di valutare la compatibilità dell’immobile con la nuova destinazione, in modo tale che in caso di incongruenze lo si verrà a sapere in anticipo.
Il secondo step da seguire è invece quello di informare le autorità comunali di questo passaggio. Ovviamente bisognerà fare riferimento a coloro che trattano certe cose. Poi si dovranno svolgere i lavori, e presentare entro una determinata data di scadenza il foglio di agibilità apposito. Una volta fatto ciò, la propria abitazione sarà adibita all’utilizzo scelto inizialmente.
Nel mezzo di questo processo pratico ci sono alcuni requisiti che bisogna rispettare. I soffitti dovranno essere di una determinata misura, ovvero almeno 270 centimetri per le camere e 240 per i servizi (bagno). Conteranno anche le dimensioni, visto che si parla di 28 mq per un monolocale e almeno 38 nel caso in cui si parli di un bilocale.
Nel caso in cui si voglia fare diventare la propria casa un magazzino, esistono alcune detrazioni fiscali davvero vantaggiose. Si parla infatti di un rimborso Irpef pari al 50% delle spese effettuate. L’importo massimo del rimborso presenta tuttavia un tetto di 96.000 euro, cifra che oltre questa soglia non potrà dunque essere rimborsata.
Dunque, 45 giorni dopo aver avviato le procedure, salvo ritardi o slittamenti vari si potrà vedere la propria destinazione d’uso cambiata. Con un notevole risparmio sulle tasse.