Quando ci sono delle variazioni a livello delle rendite catastali cambia anche l’ammontare di alcune imposte, tra cui l’IMU.
Al momento della costruzione di un immobile l’Agenzia delle Entrate stabilisce la rendita catastale. Si tratta di un valore fiscale che serve sia per il calcolo delle imposte da versare allo Stato che per determinare il valore erariale della struttura. Nel tempo il valore della rendita catastale non rimane fisso, ma può subire delle variazioni, ad quando si apportano modifiche all’edificio.
Una restaurazione, un ampliamento dell’abitazione in seguito alla nascita di un figlio o una nuova destinazione d’uso sono solo alcuni esempi. Se la rendita catastale cambia di conseguenza anche il valore dell’immobile si alza o si abbassa, e con lui l’ammontare delle imposte da pagare. Questo discorso vale anche per l’IMU, che da un anno all’altro quindi può aumentare o diminuire.
Ci sono dei casi precisi in cui l’obbligo di notificare una variazione. Tra queste l’aumento o la diminuzione della superficie dell’immobile, come ad esempio la suddivisione in due unità immobiliari. Ma bisogna comunicare anche eventuali modifiche interne che cambiano il numero delle stanze e l’integrazione di servizi igienici nuovi, anche se non varia la pianta dell’edificio.
Come cambia l’IMU in base alle variazioni della rendita catastale
Oltre a notificare queste variazioni occorre fare molta attenzione a quando queste acquistano decorrenza ai fini IMU. L’ammontare di questa imposta cambia in base al momento in cui si effettua una modifica dell’immobile oltre che a chi la comunica. Se a farlo è il contribuente stesso la nuova rendita catastale acquista efficacia immediata, ossia dalla data in cui arriva la notifica.
Se invece si verifica una variazione d’ufficio allora la data da cui vale la nuova rendita è quella i cui il contribuente riceve la notifica da parte del catasto. In generale per l’IMU fa testo il valore catastale che risulta al 1° gennaio dell’anno di imposizione. Dunque se le notifica arriva a dicembre varrà già di lì a pochi giorni, mentre se è di gennaio farà testo solo l’anno successivo.
Ci sono alcune eccezioni a questa regola, tra cui ad esempio la rettifica della rendita proposta. Il contribuente può infatti proporre un valore utilizzando la procedura informativa DOCFA, che gli uffici possono respingere o accettare entro 12 mesi. Le rendita definitiva però ha valore retroattivo sull’anno in corso.
La base imponibile per l’IMU si ottiene aumentare la rendita catastale del 5%, dopodiché la si moltiplica per l’aliquota fissata dal Comune di competenza. Si considerano inoltre eventuali agevolazioni da sottrarre all’ammontare finale.