Le caldaie possono essere pericolose specie se non vengono ben mantenute e controllate. C’è un grosso segnale di allarme da tener presente.
Il pericolo principale è la fuga di gas. Il monossido di carbonio è un materiale subdolo: è spesso completamente inodore ed è sempre incolore e può causare intossicazioni letali. Per prevenire intossicazioni e incidenti, ma anche di dover semplicemente a meno di acqua calda e riscaldamento, è importantissimo che la caldaia sia sempre controllata da un tecnico specializzato. Ci vuole insomma una manutenzione regolare della caldaia. Ed è anche consigliabile installare in casa rilevatori di monossido di carbonio.
Le caldaie non sono eterne. Dopo quindici anni di funzionamento, aumentano sempre i rischi che qualcosa non vada più secondo gli standard di fabbricazione. E più vecchie sono le caldaie meno sono i sistemi di sicurezza integrati nell’impianto. Una caldaia moderna, per esempio, dovrebbe avere delle spie che avvisano per tempo del rischio di usura dei componenti e poi riescono a prevenire i pericoli più importanti con sistemi di sicurezza aggiornati e automatici. Incendi ed esplosioni sono quindi rari.
Chi ha familiarità con la gestione di una caldaia sa che ci sono varie spie che potrebbero indicare un problema in atto. Già l’odore di gas, che si riconosce come effluvio pungente e intossicante, è un brutto segnale. In questi casi, per evitare fughe, si consiglia di spegnere il sistema, chiudere bene tutte le valvole e ventilare l’ambiente. Anche il fumo eccessivo e le macchie di fuliggine possono rivelarsi sintomi preoccupanti di un malfunzionamento.
Poi ci sono i suoni insoliti come fischi, ronzii, colpi improvvisi, tonfi e strani gorgoglii. In quei casi bisogna paventare un sospetto deposito nella caldaia o un blocco nella circolazione dell’aria. Infine bisogna fare attenzione a ciò che rivela il pannello di controllo e alle sue spie. Le nuove caldaia avvertono di situazioni pericolose o potenzialmente pericolose con delle spie rosse o lampeggianti, eppure in tanti non sono abituati a controllarle il display, tendendo la caldaia fuori o chiusa in un mobiletto.
Controlli a cadenza annuale dovrebbero scongiurare problemi simili. Ma c’è un segnale in particolare che potrebbe rivelarsi anche con caldaie nuove o appena controllate: è la pressione. Bisogna quindi controllare periodicamente la pressione dell’acqua nella caldaia per assicurarsi che sia nei limiti raccomandati dal produttore. Di norma le caldaie diventano pericolose quando la pressione supera i 3 bar.
I problemi derivanti possono andare dalle perdite d’acqua dalle componenti più fragili del sistema al blocco della caldaia (quindi all’impossibilità di usare il riscaldamento e l’acqua calda). Ma la pressione alta può anche rompere il vaso di espansione e la valvola di sicurezza, e lì la cosa diventa grave, dato che proprio questa valvola dovrebbe attivarsi automaticamente per rilasciare acqua e far abbassare la pressione quando i bar sono troppo elevati.
Evitate il fai da te. Il controllo superficiale va condotto da chi abita la casa ma la manutenzione della componente va fatta solo da tecnici specializzate. Anche intervenire troppo con la regolazione della pressione può essere dannoso per il sistema.