Come sapere effettivamente quanto si deve pagare di IMU e cosa cambia con in nuovi moltiplicatori sugli immobili: le novità per restare aggiornati ed avere la situazione tasse sotto controllo.
I cittadini che decidono di vivere in una casa in affitto sanno bene che, entro un giorno del mese stabilito dal contratto di locazione firmato, dovranno pagare l’affitto; una certezza, il pagamento della somma stabilita, che assicura alla persona in questione di avere una dimora.
Sebbene non debbano pagare l’affitto perché con una casa da loro acquistata, anche i proprietari degli immobili hanno però dei pagamenti stabiliti: per chi possiede un immobile scatta infatti l’IMU (imposta municipale propria), un’imposta dovuta per il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9.
Ma come fare per sapere quanto, effettivamente, si deve pagare di IMU per una casa di proprietà? Quali sono i moltiplicatori per questo tipo di immobili? Con queste indicazioni sarà molto più semplici orientarsi tra i vari calcoli e capire effettivamente di quali cifre si sta parlando.
Come calcolare l’IMU per la propria casa: i moltiplicatori
Stando a quanto riportato anche da immobiliare.it, le aliquote IMU per il 2024 (stabilite dalla legge statale) si differenziano a seconda del tipo di abitazione. Per le abitazioni principali (categorie A/1, A/8, A/9) è dello 0,5%, aumentata fino allo 0,6% o anche ridotta fino all’azzeramento in particolari casi (con una detrazione di 200 euro).
Per calcolare l’IMU, è necessario per prima cosa recuperare la rendita catastale dell’immobile e rivalutarla del 5% (moltiplicare per 1,05). A quel punto, va applicato il moltiplicatore e dunque moltiplicare la nuova rendita (rivalutata) per il moltiplicatore specifico relativo alla categoria dell’immobile di cui stiamo calcolando l’IMU.
Infine, per completare il calcolo, va applicata l’aliquota IMU stabilita dal comune nel quale si trova l’immobile; questa aliquota può variare in base all’utilizzo dell’immobile (se prima casa, seconda casa, se adibita ad uso commerciale ecc…). Conclusi tutti questi passaggi, dal calcolo verrà fuori la cifra da pagare per quel determinato immobile.
La dichiarazione IMU deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo all’obbligo dichiarativo; il pagamento (effettuabile tramite bollettino postale o F24) è diviso in due rate, la prima il 16 giugno e la seconda il 16 dicembre. Ovviamente, in determinati casi possono scattare agevolazioni ed esenzioni (per fabbricati di interesse storico o artistico, inagibili o inabitabili, e per immobili concessi in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta).