Bonus casa green: ci sono delle novità, l’ultima ora

Con la direttiva case green le novità sono in evoluzione anche perché ogni Paese ora dovrà applicare la normativa internamente. 

Ovviamente l’attenzione al momento è tutta sui bonus perché di fatto si richiedono interventi strutturali che avranno un costo per unità tra i 20 e i 50 mila euro e, al tempo stesso, è stato annunciato anche un taglio progressivo dei bonus per poter fare ristrutturazioni e modifiche all’appartamento.

Una questione non facile per tutti i proprietari, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove gli immobili sono datati e rischiano una svalutazione complessiva e quindi un problema non di poco conto per il proprio immobile.

Bonus casa green: cosa cambia nel 2024

Il 12 marzo è arrivata l’ufficialità della direttiva case green e da quel momento sono iniziati anche i problemi derivanti dalla preoccupazione dei cittadini che non sanno come affrontare la situazione. Il primo divieto relativo alle caldaie a gas arriverà nel 2015, con l’installazione che sarà letteralmente bandita dal 2040. Gli analisti ovviamente parlano di costi ingenti anche in questo senso. Ora emerge che i membri dei vari Paesi vogliano introdurre degli incentivi e delle misure a sostegno della variazione.

Bonus casa green novità
Novità Case Green, cosa cambia (designmag.it)

Quindi si apre la strada per il ritorno ai bonus senza sconto IRPEF come al momento previsto ma piuttosto con una modalità applicata fino al 2023 con sconto diretto in fattura. Se una famiglia deve rinnovare obbligatoriamente l’ambiente di casa e non ha i mezzi economici per farlo, è impensabile determinare una condizione in cui i soldi saranno scalati poi a 10 anni con rate annue magari anche di cifre ridotte o parziali.

Nel nostro Paese al momento i bonus fruibili sono tutti con la stessa impostazione: una percentuale di sconto che oscilla al momento tra il 50 e il 75%, con un tot di cifra a cui si può attingere come massima spesa. Il problema però che si è palesato dopo il Superbonus al 110% è stato il taglio delle modalità oltre che della percentuale che è stata ridotta e continuerà a scendere. Quindi è apparsa come un’incongruenza, da un lato la richiesta di passare a un miglioramento collettivo degli immobili e dall’altra la necessità di intervenire con dei bonus che si riducono.

Senza un corrispettivo economico non tutti potranno adempiere a quanto necessario per rientrare nella direttiva, ecco perché si discute di ripristinare i benefici economici così come erano stati pensati al principio quindi senza anticipo ma con sconto diretto in fattura affinché i cittadini possano versare quote minime e quindi fattibili o che possano avere un saldo a copertura della spesa totale. 

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