Chi vuole sostituire una vecchia caldaia con una nuova più efficiente, performante e rispettosa dell’ambiente può sfruttare il Bonus caldaia 2023 e ottenere un risparmio. Ma come funzionano le agevolazioni fiscali per la sostituzione della caldaia, come si fa ad usufruirne e quando scade? Sarà ancora valido per il 2022 e il 2023, salvo cambiamenti. Vediamo di seguito tutto quello che bisogna sapere per fare acquisti consapevoli e risparmiare!
Il Bonus caldaia è un’agevolazione fiscale che consiste in una detrazione dall’Irpef ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti, come ad esempio la sostituzione della caldaia con una di classe più efficiente.
Esistono 3 tipi di detrazione l’acquisto caldaie: l’ecobonus al 65%, il bonus mobili, che prevede una detrazione al 50% per ristrutturazioni e il superbonus 110%.
L’Agenzia delle Entrate restituisce il 65% in detrazioni Irpef della spesa sostenuta con rate spalmate in 10 anni, fino ad un massimo di 30.000 euro sull’acquisto e installazione di caldaie a condensazione per unità immobiliare esistente e regolarmente accatastata. Quindi se si spendono 10.000 € per comprare una nuova caldaia a condensazione si avranno 650 euro all’anno di tasse in meno da pagare.
In questo caso, per ottenere il bonus caldaie, è necessario, contestualmente all’acquisto della nuova caldaia a condensazione di classe A o superiore, anche installare anche dei sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII. Stiamo quindi parlando di Termostato d’ambiente modulante e Centralina di termoregolazione con sensore ambientale.
OppureSistema di Controllo della temperatura ambientale con più sensori. Anche se ricordiamo che è sempre importante a configurare correttamente la caldaia per evitare sprechi.
Se non si ha intenzione di acquistare un sistema di termoregolazione evoluto, ma si vuole acquistare degli elettrodomestici (compresa la caldaia) o degli arredi nuovi si può sfruttare il bonus ristrutturazioni del 50%.
L’Ecobonus si applica anche ai condomini e le detrazioni sono del 70-75%, con spesa massima fino a € 40mila per ogni unità immobiliare. E dell’80-85%, se oltre a installare le caldaie si apportano anche miglioramenti delle prestazioni antisismiche. Il tetto massimo in questo caso è di € 136mila da moltiplicare per ogni appartamento.
In cosa consiste il bonus caldaia per la ristrutturazione con detrazione al 50%? In pratica il funzionamento è uguale a quello precedente, solo che la detrazione è del 50% e si applica per vari tipi di interventi di ristrutturazione come il rifacimento degli impianti (fognario privato, elettrico, idrico in bagno e cucina, di riscaldamento, di climatizzazione, ecc.) e contestuale acquisto di mobilio. Il tetto massimo è 96mila euro per le spese effettuate fino a fine dicembre 2022.
È esclusa da queste due agevolazioni la trasformazione dell’impianto di climatizzazione invernale da centralizzato a individuale o autonomo. Nelle detrazioni sopra citate rientra anche l’acquisto di una stufa a pellet, un sistema di riscaldamento che utilizza materiali combustibili ecologici. Date uno sguardo al nostro speciale sulle 7 tipologie di riscaldamento da scegliere per la casa per saperne di più.
Si può sfruttare il superbonus 110% se oltre a installare una caldaia si realizzano opere di efficientamento energetico dell’edificio, come la realizzazione del cappotto termico o una pompa di calore. Si intendono i lavori effettuati dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2022 per quanto riguarda edifici monofamiliari. L’importo massimo è di € 30mila.
Per i condomini o per edifici plurifamiliari la scadenza dei lavori è il 31 dicembre 2023 ma il governo Meloni sta lavorando ancora al decreto, quindi si va verso un Superbonus 90%. Vale la pena leggere la guida che vi abbiamo linkato prima per scoprire i dettagli.
Per il 2022 le detrazioni spettano ai proprietari (anche ai nudi proprietari), ai titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie) ma pure agli affittuari o comodatari. Non sono previsti limiti Isee.
Bisogna ottenere una certificazione da un tecnico abilitato che deve rilasciare una documentazione che riporti lo stato delle cose prima e dopo i lavori e che dimostri che tutti i requisiti richiesti siano stati regolarmente rispettati. Il tecnico dovrà poi trasmettere all’ENEA la scheda degli interventi realizzati.
Inoltre per ottenere l’agevolazione occorre pagare con sistemi tracciabili, come i bonifici o sistemi di pagamento elettronici come pos, ma non con contanti o assegni. Ovviamente si deve conservare la documentazione. Si deve consegnare tutto al proprio consulente fiscale/caf entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Le agevolazioni per il 2022 possono essere richieste per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, salvo diversamente indicato. Per quanto riguarda il 2023 aggiorneremo questo articolo in base alle disposizioni che verranno rese note dal governo Meloni. Comunque va ricordato che attualmente la richiesta del bonus deve essere fatta entro 90 giorni dal termine dell’intervento.
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