C’è una novità importante che agevola i lavoratori, ma anche i datori di lavoro per nuove assunzioni: come funziona il bonus affitto fino a 10mila euro.
Tra le priorità dell’attuale governo c’è la necessità di incrementare il tasso d’occupazione e dunque agevolare l’assunzione di nuovi dipendenti sia nel pubblico che nel privato. Assicurare più facilità nelle assunzioni è un passo necessario per il nostro Paese, poiché un mercato del lavoro più florido riduce l’esigenza di cercare migliori possibilità all’estero e agevola anche l’aumento del tasso di natalità.
I due fattori sono infatti collegati, in un Paese in cui il mercato del lavoro non assicura un futuro ai giovani, è logico che le nuove generazioni puntino a formare famiglie all’estero alla ricerca di condizioni di vita più favorevoli e la conseguenza è che chi rimane in Italia fa figli più tardi e in minor numero rispetto al passato.
Le strade da intraprendere per migliorare il mercato del lavoro sono diverse, tra le quali forse la prediletta dai privati sarebbe una minore tassazione. Il governo Meloni ha invece deciso di offrire dei vantaggi per chi decide di assumere, offrendo degli sgravi fiscali sulle retribuzioni che però hanno una data di scadenza.
Un’altra misura volta a favorire le assunzioni riguarda il bonus affitto fino a 10mila euro. Tale agevolazione è rivolta sia al datore di lavoro – il quale potrà offrire il bonus al dipendente senza dover pagare le tasse sui 10mila euro in più inseriti in contratto – che il dipendente che non dovrà preoccuparsi per almeno due anni del costo di affitto di una nuova casa.
Bonus affitto per lavoratori dipendenti: come funziona e chi ne ha diritto
Il bonus affitto è stato inserito nell’articolo 64 della Legge di Bilancio ed è pensato per convincere i lavoratori dipendenti ad accettare con maggiore sollecitudine un nuovo posto di lavoro che sia lontano dalla sua città di nascita e/o residenza. Al fine di accettare un cambio così radicale, infatti, il miglioramento delle condizioni dev’essere importante e soprattutto il costo di un eventuale affitto non deve intaccare lo stipendio.
La ratio dietro questa misura è che se l’eventuale aumento di stipendio del nuovo lavoro fosse completamente assorbito dal costo dell’affitto, il lavoratore sarebbe dissuaso dall’accettare il trasferimento. Al contrario, se il costo dell’affitto è compreso nella retribuzione ci sarebbe un motivo in più per accettare un trasferimento in una città distante da quella di residenza.
Il bonus affitto permette l’esenzione fiscale dei rimborsi che il datore di lavoro offre al dipendente appena assunto che è costretto a pagare un canone d’affitto fino a 5mila euro annui per i primi due anni di contratto. L’altro aspetto positivo è che per il dipendente questi rimborsi sono comunque utili al fine dell’accumulo dei contributi.
Affinché però si possa approfittare di questo bonus, il dipendente appena assunto deve dimostrare di aver affrontato un trasferimento di almeno 100 chilometri dalla sua precedente residenza nei sei mesi che hanno preceduto l’assunzione. Al lavoratore spetta l’obbligo di presentare un’autocertificazione che verrà successivamente verificata.