Barriere architettoniche: chi paga i costi per l’eliminazione all’interno dei condomini? Vediamo che cosa dice la Legge per evitare errori.
Con l’espressione barriera architettonica si definisce un qualsiasi elemento costruttivo che impedisce, limita o rende difficoltoso lo spostamento o la fruizione di servizi, soprattutto per le persone con limitata capacità motoria. Nello specifico si fa riferimento a scale, gradini e strutture analoghe.
Questa stessa definizione si applica anche ai contesti condominiali, in cui uno o più condomini potrebbero di fatto riscontrare un qualche impedimento o un ostacolo al proprio passaggio. In tal caso, è possibile richiedere la rimozione della barriera architettonica in questione. Resta, però, un nodo da sciogliere. Ovvero chi è che paga per le spese dell’intervento.
Barriere architettoniche in condominio: chi deve pagare per l’eliminazione?
Come abbiamo detto poco fa, anche all’interno di un condominio possono essere presenti delle barriere architettoniche, in grado di rappresentare un ostacolo o una limitazione per lo spostamento di un condomino. Ma chi è che deve farsi carico delle spese della rimozione qualora se ne presenti l’occasione? Vediamo che cosa dice la Legge a riguardo.
Stando a quanto stabilito dall’articolo 1123, comma 1, del codice civile italiano, la spartizione delle spese necessarie per un simile intervento all’interno di un condominio deve avvenire secondo il principio di proporzionalità. Ciò significa nel concreto che bisogna pagare in base al valore della singola unità immobiliare rispetto al valore complessivo dell’edificio.
Tuttavia, possono talvolta verificarsi delle circostanze diverse a seconda di quanto viene deciso ad esempio in assemblea. Non bisogna, inoltre, dimenticare che l’articolo 1123, comma 3, sancisce che le spese debbano essere suddivise tra i soli condomini che beneficiano direttamente di tali servizi.
Questa precisazione assicura un’equa distribuzione dei costi, in linea con l’effettivo utilizzo del beneficio sito all’interno delle parti comuni del condominio. Se poi l’intervento è votato dall’assemblea non ci sono dubbi: il pagamento deve essere equamente ripartito.
Ancora, potrebbe capire che a causa degli eccessivi costi da sostenere, un condomino voti contro l’intervento. In tal caso, qualora il condomino decida di non usufruire del beneficio, è possibile che venga escluso dal pagamento dello stesso. Se, però, l’uso dell’agevolazione non è separabile l’intervento non può essere realizzato a meno che la maggioranza dei condomini non accetti di farsi carico dell’intero costo.
Questo principio assicura che nessuno venga obbligato a pagare per un servizio di cui non intende beneficiare. Possiamo, quindi, concludere che il pagamento per l’eliminazione delle barriere architettoniche in condominio può subire l’influenza di diverse variabili. Ecco perché l’argomento è spesso oggetto di discussioni e contenziosi legali.