La vendita diretta offre numerosi vantaggi, sia per il debitore sia per i creditori: sempre più cittadini ne approfittano.
Le aste immobiliari sono procedure giudiziarie attraverso le quali vengono venduti beni, solitamente immobili, a seguito di un pignoramento. Questi beni vengono messi all’asta per saldare i debiti del proprietario nei confronti dei creditori. Si tratta di un processo che coinvolge vari attori, tra cui tribunali, giudici, periti e potenziali acquirenti, con l’obiettivo di recuperare somme di denaro attraverso la vendita forzata.
Al di là dei prezzi decisamente più conveniente, le aste immobiliari presentano diversi svantaggi. Spesso i tempi sono lunghi, con procedure che possono protrarsi per anni, e i costi di gestione risultano elevati sia per il debitore che per i creditori. Inoltre, il valore dell’immobile tende a deprezzarsi a causa dei ribassi che avvengono nel corso delle aste successive. Fortunatamente, oggi esiste un’alternativa più rapida e vantaggiosa: la vendita diretta.
Vendita diretta dei beni pignorati: cosa cambia e perché conviene
La riforma Cartabia del 2023 ha modificato in modo significativo le procedure di esecuzione forzata, permettendo al debitore esecutato di vendere direttamente i beni pignorati. Questa novità consente al debitore di proporre un acquirente per l’immobile soggetto a pignoramento, evitando quindi l’asta giudiziaria. La vendita, in ogni caso, deve avvenire sotto la supervisione del giudice, che valuta e approva l’offerta.
La possibilità di vendita diretta è applicabile ai pignoramenti iscritti a partire dal 1° marzo 2023. Per poter accedere a questa possibilità, il debitore deve presentare una richiesta formale al giudice dell’esecuzione, accompagnata da un’offerta di acquisto. Tale offerta deve includere una cauzione pari almeno al 10% del prezzo proposto e rispettare il valore indicato nella perizia dell’immobile.
È importante sottolineare che questa procedura può ridurre il rischio di svalutazione dell’immobile, fenomeno comune durante le aste, soprattutto quando si verificano ribassi successivi. La valutazione del prezzo è un passaggio cruciale, poiché deve essere congrua con il valore di mercato del bene e non può essere inferiore a quello stabilito dal perito incaricato. L’obiettivo è tutelare i creditori, evitando che l’immobile venga venduto a un prezzo troppo basso.
Nonostante la possibilità di proporre un acquirente, il debitore non può in nessun caso riacquistare direttamente il bene. Tale divieto, previsto dall’articolo 579 del Codice di procedura civile, resta invariato. La vendita può però essere gestita da familiari o terzi, a condizione che rispettino le normative previste.
La richiesta di vendita diretta deve essere depositata almeno 10 giorni prima dell’udienza di comparizione delle parti, fissata per l’autorizzazione alla vendita all’asta. Una volta accettata l’offerta, il processo d’asta viene bloccato, e l’immobile viene trasferito all’acquirente senza la necessità di una gara.